Qualsiasi cosa si possa pensare del dolore e della resilienza, niente mai potrà essere paragonabile al momento in cui ti diagnosticano una malattia come il cancro.

‘Lei ha un tumore maligno.’

Tutti i piani che avevi fatto e tutti i buoni propositi per l’anno nuovo puoi metterli da parte, perché da oggi non ci sono più lezioni all’università, allenamenti in palestra o feste collegiali che tengano: tu, da oggi, sei un malato oncologico. Non importa a che stadio sia il tumore, a quanti cicli di chemioterapie dovrai sottoporti o quanti capelli perderai: la gente ti guarderà sempre come se dovessi morire domani.

Dovrai abituarti a nuovi ritmi, imparare a comunicare con il tuo corpo, chiedergli tregua quando si aspetterà troppo da te e lasciare che abbia la meglio le volte che non avrai le forze per stare in piedi.

Ogni giorno sarà una battaglia: contro il tempo, contro il tuo corpo, contro te stesso. Non sempre vincerai: molte battaglie ti lasceranno inerme e con poca voglia di fare, altre le supererai e ti sentirai più forte di mille eserciti.

Molte persone le perderai per strada, perché assillanti ed invasive o perché poco comprensive e distanti. Sentirai che nessuno che non abbia provato cosa significhi fissare per ore una goccia scendere lenta da una flebo potrà comprenderti fino in fondo.

Ed in parte è vero, perché il tuo dolore è unico ed infinito, imperscrutabile a chi sta fuori dalla bolla che ti sei creato, dove ci siete solo tu e la malattia.  Nessuno mai, oltre a te e al cancro, potrà vedere come in un corpo solo possa coesistere tanta rabbia, tanta frustrazione, tanta disperazione. Rabbia per tutti gli impegni che hai dovuto disdire, per tutte le ore perse in ospedale, per tutte le cose che inevitabilmente non sei più. Frustrazione per chi hai dovuto lasciare andare, per l’incertezza di ogni passo che fai, per tutte le cose che inevitabilmente non puoi più fare. Disperazione per un corpo che cambia senza il tuo volere, per i pensieri che ti ingombrano la testa, per tutte le cose che inevitabilmente ora sei diventato.

Eppure, tutte le persone  – che hai profondamente odiato perché a loro rimane il beneficio della scelta che tu non hai più –  saranno proprio quelle che faranno scoppiare la bolla che ti separa dal resto del mondo. Ti tireranno fuori dall’abisso dove inesorabilmente naufragherai e ti costringeranno a combattere ancora, e ancora, anche quando non ci crederai più, ti faranno da gambe quando non riuscirai a muoverti, da occhi quando non vorrai vedere, da cuore quando non ne avrai abbastanza.

Il cancro ti toglie peso, capelli, tempo. Il cancro ti plasma, ti costringe a percepire il tuo corpo in modo diverso, quasi fosse estraneo, sempre dolorante, ti fa convivere con emicrania e vomito a getto, ti prosciuga, ti mangia da dentro e ti infetta i pensieri.

Si dice che il cancro ti tolga tutto. Non è vero.

Il cancro è anche il tempo che ti viene concesso per essere una persona migliore e capire quali siano davvero le priorità della tua vita. Il cancro è anche il momento che hai di rendere ogni giornata importante, ogni parola una riflessione sincera, ogni abbraccio un gesto d’amore. Il cancro è anche la consapevolezza di te che non hai mai avuto l’occasione di sviluppare. Il cancro è anche il valore nuovo che devi per forza dare a tutte le cose che per anni hai dato per scontato e che ora non lo sono più.

Nessuno dovrebbe mai confrontarsi con dolori simili, soffrire e far soffrire tanto, sentirsi come contro il mostro finale del suo videogioco preferito, in cui però non ha ancora sbloccato le armi giuste per sconfiggerlo. Nessuno dovrebbe mai provare la sensazione di affogare in una voragine infinita di preoccupazioni e terrore, nessuno dovrebbe mai sentire quella voragine come l’unico posto dove poter respirare.

Spesso dovrai convivere con queste due emozioni contrastanti che ti spingono a ringraziare la malattia per come ti abbia aperto gli occhi sul tuo mondo, e a maledirla per come lo abbia fatto togliendoti la tua routine.

Per andare avanti, tutto quello che ti si chiede di fare è un gesto incondizionato di fiducia: fidati. Fidati che le cose andranno meglio, che questo sarà l’ultimo ciclo che farai, che i sintomi saranno più gestibili e che tornerai a quella che consideri la tua normalità. E allora ti ritroverai a gioire per ogni obiettivo che ti sei prefissato, e ti piacerà trovarti cambiato, anche se forse maturato troppo in fretta.

Non lasciare che la vita accada senza che tu abbia vinto più battaglie possibili. Non lasciare che la malattia si impossessi di te, lasciagli pure i capelli e i chili di troppo, ma la guerra finale vincila sempre tu, a prescindere da come andrà.
Il cancro è l’opportunità di riconsiderare la tua vita e darle un senso nuovo a cui non avevi mai pensato.

Fidati.

Funziona.

R. L.

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