L’altra sera, come faccio spesso, ascoltavo la trasmissione “La Zanzara” su Radio24. Si tratta di una trasmissione di attualità in cui chiunque può chiamare ed esprimere la propria opinione sui temi più disparati: politica, cronaca, costumi, sesso ecc.

Ad un certo punto chiama un ascoltatore dicendo: “ho assistito a delle guarigioni da cancro che sono incredibili”. L’ascoltatore riporta alla radio la vicenda di un caro vicino di casa a cui è stato diagnosticato un tumore inguaribile.

Questa persona ha provato diverse cure senza successo fino a quando, ormai persa ogni speranza, ha iniziato con un trattamento diverso, naturale, a base di aloe vera, che lo ha portato ad una inaspettata guarigione. L’ascoltatore riporta poi altri casi di persone che curandosi con l’aloe sono riusciti ad ottenere risultati ottimi.

La commozione nella voce dell’ascoltatore era palpabile, si potevano percepire emozione e imbarazzo sinceri, tuttavia egli credeva fermamente in queste dichiarazioni proprio per via della sua esperienza diretta.

Cosa ne pensate voi? Aveva ragione l’ascoltatore a pensare così? Eppure la sua esperienza è stata molto chiara: al suo vicino di casa era stata comunicata “la sentenza” (ebbene si, secondo i medici il suo amico avrebbe avuto solo qualche altro mese di tempo) ma dopo la cura con l’aloe era guarito miracolosamente.

Siamo portati a ragionare così: osserviamo dei fenomeni e cerchiamo subito di darne una spiegazione. Se facendo un’azione osserviamo determinati risultati viene spontaneo spiegarli come prodotti dell’azione. Osservare e spiegare però sono due cose molto diverse.

Tornando al caso riportato dall’ascoltatore, che cosa può spiegare la guarigione miracolosa del suo amico? Il potere finora sconosciuto dell’aloe? La Volontà Suprema? La verità è che le variabili in causa sono talmente numerose che risulta difficile stabilire quali in specifico abbiano causato il miglioramento.

Dati due eventi, A e B, sono possibili tre scenari diversi: A causa B; A è causato da B; A e B sono entrambi causati da una terza variabile C. Pertanto, come possiamo capire qual è il tipo di rapporto tra A e B? Da un punto di vista scientifico, l’unico modo per inferire un rapporto di causa-effetto tra due fenomeni è condurre uno studio scientifico.

In campo biomedico, per determinare se un trattamento produce realmente degli effetti si svolgono studi clinici molto complessi chiamati Studi Clinici Controllati Randomizzati in cui viene messo alla prova il rapporto di causalità tra il fenomeno A (ad esempio il trattamento con aloe) e il fenomeno B (il decorso della patologia oncologica).

In questi esperimenti si cerca di controllare il più possibile tutte le altre variabili che potrebbero influenzarne l’esito e quindi il rapporto causale tra A e B.

Inoltre, per poter affermare che un certo trattamento è efficace, i risultati di un solo studio non sono sufficienti ma è necessario che l’esperimento venga replicato più volte affinché i risultati di studi diversi possano essere combinati statisticamente attraverso una Meta-analisi per ottenere un indice statistico, chiamato grandezza dell’effetto o Effect Size. Solo quando un trattamento ha un Effect Size adeguato si può definire quell’intervento come basato sull’evidenza (Evidence-based).

Ok d’accordo, ma come si fa a sapere se un trattamento è stato sperimentato scientificamente? Spesso mi è capitato di sentire persone che sostenevano delle boiate pazzesche (cure miracolose e quant’altro) con farsi molto vaghe come: “hanno fatto molti studi su…”; “ci sono prove scientifiche che…” ecc. Ma quali studi? E quali prove? Di cosa? Andare nello specifico non è così difficile!

 

La National Library of Medicine degli Stati Uniti ha sviluppato la più grande banca dati del Mondo in ambito biomedico: Medline. Qualunque articolo, studio o ricerca scientifica ritenuta pertinente e scientificamente valida viene indicizzata all’interno di questo enorme database che può essere consultato liberamente attraverso l’interfaccia gratuita PubMed (www.pubmed.com).

PubMed è così il google della ricerca scientifica: se è stato fatto uno studio o se ci sono delle ipotesi fondate circa un trattamento efficace, allora lo trovi su PubMed.

Vi ricordate l’ascoltatore che è intervenuto a “La Zanzara” per raccontare la sua esperienza del vicino guarito con l’aloe? Avendo alcuni anni di esperienza come musicoterapista in un reparto per malati terminali, questa notizia mi ha fatto un po’ incazzare e ho deciso di controllare personalmente la questione.

Su www.pubmed.com ho eseguito una semplicissima ricerca: “Aloe” AND “Neoplasms” . Dai risultati è emerso che sono stati fatti alcuni studi circa gli effetti dell’aloe sulla dermatite e sulla mucosite causate dalla radioterapia e dalla chemioterapia.

Solo uno studio, tra l’altro italiano, ha rilevato che, per via delle sue proprietà antitumorali, assumere aloe durante una chemioterapia potrebbe aumentare la regressione del tumore e il controllo della malattia rispetto alla sola chemioterapia.

Sebbene sia un risultato incoraggiante si tratta di un unico studio con alcuni limiti dal punto di vista metodologico, per cui gli stessi autori dello studio invitano a considerare questi risultati con estrema cautela.

Cosa dire della voce emozionata dell’ascoltatore alla radio che parla del suo amico? Egli ha osservato due eventi, l’uso di aloe (A) e la successiva guarigione (B), e ha dato loro una spiegazione in termini di causa-effetto: l’aloe guarisce il tumore.

Inoltre, ha generalizzato questo presunto effetto avuto sul suo amico a tutta la popolazione, suggerendo di “evitare assolutamente” i trattamenti di chemioterapia e radioterapia, la cui efficacia è scientificamente dimostrata, in favore di quelli con l’aloe.

Pensateci bene perché il tema è molto delicato: lui chiama per dire che un amico è guarito da una delle malattie più gravi del nostro tempo con una dichiarazione personale e toccante, infondendo fiducia e speranza per una cura sconosciuta e priva di fondamento scientifico, screditando inoltre le terapie attuali. Vi immaginate che effetto possono avere queste affermazioni su una persona malata o un suo familiare?

 

  1. L’interfaccia PubMed ha una propria grammatica per inserire le richieste: per saperne di più si possono consultare i vari tutorial su youtube (anche in italiano).

 

Bibliografia:

  • “Al ladro! Al ladro!” puntata de “La Zanzara” del 10/11/2016: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/lazanzara/trasmissione-novembre-2016-205439-gSLAT1LS5B
  • Lissoni P, Rovelli F, Brivio F, Zago R, Colciago M, Messina G, Mora A, Porro G. A randomized study of chemotherapy versus biochemotherapy with chemotherapy plus Aloe arborescens in patients with metastatic cancer. In Vivo. 2009 Jan-Feb; 23(1):171-5.

Testo scaricabile da PubMed: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19368145

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