Articolo di Fabrizio Scarano

A chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di mangiare quella fetta di torta ipercalorica, dopo tanti giorni di dieta ferrea o di acquistare quell’oggetto costoso di cui non avevamo affatto bisogno?

La soddisfazione e l’appagamento immediato, dopo breve tempo, lasciano spazio a sensi di colpa, vergogna o in generale una forte insoddisfazione, che si può protrarre anche per un periodo di tempo considerevole, minando la nostra autostima e il nostro senso di autoefficacia.

A pensarci bene, quella fetta di torta spesso è stata la consolazione ad un momento di sfiducia, di stanchezza e l’acquisito di quell’oggetto è avvenuto in seguito ad una giornata particolarmente pressante al lavoro, in università o in famiglia. Non è un caso. E ora capiremo insieme il perché.

Le situazioni descritte sono accomunate da un elemento: sono la conseguenza di circostanze che ci hanno messo alla prova, che ci hanno chiesto, in modi diversi, uno sforzo, sia esso cognitivo (ad.es al lavoro) o affettivo (ad es. in famiglia).

La letteratura psicologica sul tema ha messo in luce i meccanismi che sottostanno a comportamenti quali trasgressioni, shopping impulsivo: scelte semplici e appaganti solo a breve raggio.

In tutti questi comportamenti sembra indebolirsi il potere di una funzione importantissima per la vita umana: l’autocontrollo. Tale abilità ci consente di volgere la nostra mente e il nostro corpo lontano da tentazioni immediate verso altre ambizioni.

L’autocontrollo fa riferimento cioè alla capacità mentale degli individui di modificare e alterare i propri pensieri, emozioni e comportamenti, in funzione di obiettivi superiori. Il suo fallimento è uno dei problemi centrali delle nostre società, essendo implicato in un vasto range di fenomeni: dalla criminalità all’obesità e all’abuso di sostanze.

Vi starete probabilmente chiedendo quando e in che misura ci si può definire più o meno controllati o impulsivi. Per rispondere a questo quesito, prima di procedere nella lettura dell’articolo, indicate il vostro grado di accordo (1 = per niente d’accordo; 2= poco d’accordo; 3= né d’accordo né disaccordo; 4= abbastanza d’accordo, 5= totalmente d’accordo) rispetto alle seguenti affermazioni:

  • Mi risulta difficile smettere di fare delle cose, anche se so essere sbagliate
  • Mi capita di agire senza pensare a tutte le alternative possibili
  • Ho difficoltà a concentrarmi
  • Mi capita di agire senza considerare le possibili conseguenze delle mie azioni
  • Mi definirei una persona pigra

Una volta attribuito un punteggio (da 1 a 5) per ogni situazione proposta, sommate e poi dividete per 5. In questo modo otterrete il punteggio medio. Un punteggio superiore a 2,5 potrebbe indicare uno scarso livello di autocontrollo, ciò significa che in situazioni molto complesse è probabile che optiate per l’alternativa più semplice o che le conseguenze delle vostre azioni non sempre siano contemplate prima di scegliere se mettere in atto un certo comportamento.

Potreste riconoscervi in questa frase “Se solo ci avessi pensato prima…” magari a seguito di un’azione di cui poi vi siete pentiti.

Secondo il resource model of self-control, l’autocontrollo deve il suo funzionamento a una dose limitata di risorse interne o energie. L’assunto fondamentale di questo modello è che impegnarsi in azioni controllate, intenzionali e volontarie al tempo 1 consumi rapidamente, fino ad esaurire le già limitate risorse interne dell’individuo, lasciandolo in uno stato di “ego depletion” cioè di svuotamento/esaurimento dell’ego. In questo stato, ulteriori sforzi di autocontrollo al tempo 2, probabilmente falliranno.

Immaginatevi di essere chiamati dal vostro capo, magari al termine di una lunga giornata di lavoro. In quella situazione, il vostro superiore vi esprime, ancora una volta, un giudizio molto negativo sul vostro operato. Internamente vi sentite incolpati ingiustamente e arrabbiati.

Il vostro cuore batte all’impazzata e iniziate a sudare, tuttavia dovete mantenere un’apparenza di tranquillità, almeno davanti a lui. Una volta usciti dall’ufficio, poiché avete esercitato un forte autocontrollo in quella situazione, sarete vittime, con più probabilità, delle tentazioni (quella pasticceria proprio sulla via di casa…).

Nonostante la seconda situazione sia del tutto sconnessa con la prima, la capacità di esercitare autocontrollo ne risulta fortemente influenzata.

Ma di che capacità si tratta? E perché si esaurisce?

Il resource model of self-control concepisce lo stato di “svuotamento” dell’ego come il risultato dell’esaurimento delle risorse disponibili; che il modello colloca nel corpo ed in particolare nei livelli di glucosio nel flusso sanguigno.

Esercitare autocontrollo consumerebbe il glucosio disponibile, mentre incrementare i livelli di glucosio nel sangue contrasterebbe l’effetto. Tuttavia, successivi esprimenti hanno prodotto risultati contrastanti e alcuni studiosi hanno iniziato a mettere in luce le criticità di tale modello.

Il process model of ego depletion fornisce una spiegazione più complessa, attraverso due tipi di processi. Il primo processo che spiega il fallimento dell’autocontrollo nelle situazioni di cui abbiamo parlato è di natura motivazionale.

Esso consiste in uno spostamento del focus motivazionale dalla soppressione e inibizione dei desideri verso l’avvicinamento e la gratificazione degli stessi. Ciò significa che dopo una faticosa giornata di lavoro o un evento stressante, si è meno motivati a controllare i propri comportamenti e più motivati a coinvolgersi in situazioni o stimoli che sono più piacevoli e appaganti (“dopo questa fatica, mi merito proprio quella fetta di torta al cioccolato”).

Il secondo processo, che occorre contemporaneamente al primo, è un cambiamento di natura attentiva, per cui il focus attentivo della nostra mente si sposta da indizi ed elementi dell’ambiente che segnalano il bisogno di esercitare controllo sulla realtà a quelli che segnalano gratificazione.

Il processo di autocontrollo si attiva, infatti, nel memento in cui si verificano delle discrepanze tra il piano del desiderio e quello della realtà (vorrei tanto uscire con gli amici in discoteca, ma domani avrò un esame e quindi dovrò svegliarmi presto).

Se l’autocontrollo governa questa scelta, si sceglierà di rinviare l’uscita con gli amici. Tuttavia, in una situazione di ego depletion, magari dopo aver studiato per tutta la giornata, le persone potrebbero attuare comportamenti disinibiti e affrontare le situazioni senza pensare alle conseguenze, scegliendo quindi di uscire con gli amici.

Questa dinamica ha una forte influenza in molti ambiti della nostra vita, dall’alimentazione allo shopping. Lo studio dell’impulsive buying (acquisti impulsivi) si è modificato radicalmente nel corso degli anni.

L’obiettivo non è più individuare tipologie di prodotti in grado di elicitare questo tipo di consumo o particolari tipologie di personalità, poiché tutti possiamo essere impulsive buyers.

Ciò che fa la differenza è lo stato interno del consumatore in quel certo momento e la causa di quelle specifiche circostanze. Ciò non significa che alcuni fattori di personalità non abbiano una certa influenza, ma che questi si intrecciano con le situazioni particolari che viviamo.

Prestate attenzione quando, dopo un’importante fatica mentale, emotiva o una giornata particolarmente dura, vi recate al supermercato o in un negozio. Gli studi di Kathleen e Ronald mostrano che dopo aver esercitato autocontrollo in un certo lasso di tempo (ad es. la giornata di lavoro o studio), le persone non solo spenderanno più soldi, ma saranno anche più disponibili a pagare un prezzo superiore per gli stessi prodotti.

Pensate a quanto questi effetti siano pervasivi nella vita quotidiana e di come, soprattutto, le persone non ne siano inconsapevoli. È quindi molto importante conoscere questi meccanismi per farvi fronte.

Ecco a voi alcune strategie per contrastarne gli effetti:

  1. Rimanere focalizzati su obiettivi a lungo termine: tenere ben a mente quale è la meta finale che si intende raggiungere e programmare i passi necessari per raggiungerla (se il mio obiettivo è laurearmi con il massimo dei voti dovrò studiare molto costantemente).
  2. Affermare a sé stessi i propri valori e principi: ripetere a se stessi quali sono i valori importanti per la propria vita (mi definisco un ecologista quindi non getterò per terra nessun rifiuto).
  3. Evitare scelte troppo facili: le scelte troppo facili spesso sono appaganti sono a breve termine e dannose per i nostri traguardi a lungo termine.

Alla fine di una lunga giornata di lavoro o di studio, quindi… occhi ben aperti!

 

References

Inzlicht, M., & Schmeichel, B. J. (2012). What is ego depletion? Toward a mechanistic revision of the resource model of self-control. Perspectives on Psychological Science, 7(5), 450-463.

Vohs, K. D. & Faber, R. J. (2007). Spent resources: self-regulatory resource availability affects impulse buying. Journal of Consumer Research, 33 (4), 337-347.

Appunti personali dai corsi della Dott.ssa Ayça Berfu Ünal, University of Groningen (2017).

 

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