ARTICOLO DI: Federica Parenti

I cambiamenti della fisiologia sessuale maschile

La maggior parte degli uomini inizia segretamente a preoccuparsi della propria sessualità già da trentenne, quando confronta l’attuale livello di prestanza sessuale con le precedenti capacità possedute quando era teenager. Queste preoccupazioni aumentano e raggiungono il loro apice verso i sessant’anni, quando gli uomini pensano di dover constatare un definitivo cambiamento.

L’apparato genitale maschile va incontro a fenomeni involutivi che iniziano dopo i trent’anni, in quel momento nell’uomo si verifica una progressiva diminuzione della spermatogenesi (cioè la produzione i spermatozoi), ma in modo così lento che una fertilità può persistere anche nell’anziano; infatti la produzione di spermatozoi non cessa mai, la differenza sta solo nella riduzione del numero di spermatozoi che un anziano può produrre.

Ma quali sono i cambiamenti che può osservare un uomo con il passare degli anni? Tutti gli organi sessuali non “lavorano” più come una volta. L’elevazione dei testicoli diventa minore, per cui appaiono più abbassati rispetto agli anni precedenti e anche l’irrogazione sanguigna di scroto e testicoli risulta ridotta. I testicoli regrediscono in modo assai lento e del resto, l’eventuale ipotrofia testicolare non giustifica del tutto la scomparsa o la riduzione dell’attività sessuale, con l’invecchiamento infatti i livelli ematici degli ormoni maschili rimangono praticamente invariati.

L’eventuale diminuzione del tasso di testosterone non condiziona, comunque, l’esercizio della sessualità, dal momento che la diminuzione della potenza virile non è associata a quella degli ormoni androgeni, ma piuttosto a fattori psicologici.

Per quanto riguarda l’erezione, invece, essa si presenta con un ritardo di qualche minuto rispetto alla tipica immediatezza giovanile e può essere meno completa ed efficiente e può variare nella durata e nella frequenza con cui essa si presenta e si mantiene (la stimolazione manuale del pene è spesso utile nel favorire e mantenere l’erezione).

Per l’eiaculazione funziona allo stesso modo, con il passare degli anni essa può diventare assente e con un numero inferiore di contrazioni. La potenza eiaculatoria dopo il culmine nell’adolescenza va progressivamente diminuendo, cosicché risulta sempre più ridotta la forza dell’eiaculazione e la quantità del liquido seminale.

Anche l’emissione del liquido pre-eiaculatorio (secreto delle ghiandole di Cowper) diventa minima o assente, ma questo non comporta alcun problema di prestazione sessuale; la diminuzione della forza espulsiva e del volume dello sperma non modifica la sensazione di piacere.

Con l’invecchiamento si verifica un allungamento del “periodo refrattario” (cioè l’intervallo di tempo che intercorre tra un coito e il successivo), che dai pochi minuti nell’adolescenza arriva a un periodo che va dalle 15-24 ore fino ad alcuni giorni nell’uomo anziano, durante tale periodo è impossibile ottenere una nuova erezione.

Nell’età geriatrica, per ottenere l’erezione e l’eiaculazione sono necessarie stimolazioni più lunghe e più intense e, inoltre, se l’erezione non è mantenuta con una continua stimolazione può interrompersi e portare alla detumescenza del pene.

L’anziano ha un grande bisogno di sensazioni tattili e fisiche, ma spesso vive la sessualità in modo ansioso, al fianco dei cambiamenti dovuti alla fisiologia, tra le cause che possono determinare difficoltà erettili la più frequente è la paura stessa di perdere l’erezione.

Per quanto riguarda l’orgasmo nell’uomo anziano è più breve e poco dopo il pene ritorna rapidamente flaccido scivolando immediatamente alla vagina, ma questo non deve essere considerato dall’anziano un segno di debolezza o di impotenza.

Nessuno dei cambiamenti nella fisiologia sessuale dell’uomo anziano interferisce con il piacere sperimentato nella fase culminante dell’orgasmo, anche quando la fase pre-eiaculatoria è ridotta o scomparsa del tutto. Ci tengo a precisare che per fase pre-eiaculatoria s’intende tutto quello che avviene prima, e che rende possibile l’orgasmo, a incominciare dall’erezione naturalmente; perciò per far si che l’erezione rimanga “vigorosa” fino all’orgasmo è utile una buona e continua stimolazione, sia essa manuale o coitale.

L’uomo anziano deve cercare di non cadere nella diffusa trappola che consiste nel misurare la propria virilità attraverso la frequenza con cui si riesce a ottenere un rapporto sessuale che culmini con l’eiaculazione. Gli anziani ben informati e a proprio agio con se stessi e il proprio corpo potranno avere tanti rapporti quanti ne desiderano, ma avranno l’eiaculazione solo una volta ogni due/tre rapporti; ritardando l’eiaculazione, inoltre, l’anziano è in grado di raggiungere l’erezione più volte successivamente, prolungando così il rapporto e il piacere che a esso è legato.

Ci tengo a sottolineare che la fertilità maschile (e cioè la produzione di sperma) non è correlata alla potenza sessuale, cioè alla capacità di ottenere l’erezione; viceversa, la possibilità di avere dei rapporti sessuali non è influenzata dalla mancanza di produzione del liquido seminale. In ogni caso la fertilità maschile termina intorno ai 70-75 anni.

L’invecchiamento fisiologico non impedisce, quindi, all’anziano di godere di una lunga e soddisfacente sessualità, anche se la valutazione della salute sessuale dev’essere effettuata, pertanto, tenendo conto della storia passata del soggetto e non nei termini di un confronto con standard generalizzati e ottenuti dal confronto con altri uomini.

P.S. e nella peggiore delle ipotesi ci sono sempre le famose pilloline blu (viagra, cialis ecc.) che possono aiutare ad avere un’erezione nei casi in cui, per qualsiasi motivo, non fosse possibile ottenerla da soli.

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