Articolo di: ARIANNA COGLIO

 

“Le cose che amo di più nella vita non costano nulla. È evidente che la risorsa più preziosa che tutti noi abbiamo è il tempo!

– La maggior parte della gente, se ha due settimane per completare un compito, utilizza tutto il tempo che ha a disposizione per svolgere il compito. Anche se potrebbe farcela in meno. Cerca di ottimizzare i tempi e usa il tempo libero per fare altro (Steve Jobs-Millionaire.it).

Questa celebre frase di Steve Jobs, il fondatore della Apple, ci permette di riflettere sull’importanza della gestione del tempo. La Apple è un’azienda che ormai tutti conoscono, una compagnia che ha avuto un enorme successo nel suo campo, e per questo citare il famosissimo Steve Jobs credo che possa essere di stimolo.

Noi come gestiamo il nostro tempo? Quando abbiamo un compito da portare a termine, come ci comportiamo? Non vi è mai capitato di avere quattro ore di tempo per studiare ed arrivare alla fine che avete studiato praticamente solo qualche pagina? Oppure ci sono volte che in un’ora apprendete tantissimo.

Credo che a qualunque studente sia capitata una situazione del genere, ma questo vale per qualsiasi lavoro. Avete mai incontrato una persona che passa ore e ore nel suo ufficio e quando esce dice “non ho combinato niente!”? Ecco perché la riflessione sulla gestione del tempo è molto importante.

Questo tema è di fondamentale importanza in campo lavorativo e per questo è di estrema rilevanza per la psicologia del lavoro. Da anni aumentano studi su due particolari costrutti che stanno diventando sempre più importanti e che sicuramente hanno qualcosa da dirci sul tema del tempo: il work engagement ed il workaholism.

La riflessione sulla gestione del tempo può permetterci di comprendere come differiscono questi due costrutti, che sono ben distinti e che portano risultati nettamente diversi, ma sono entrambi caratterizzati da un rilevante monte ore lavorativo.

Ma cosa sono queste due forme di lavoro, tecnicamente definite ad alto investimento (heavy investment)?

Il work engagement è caratterizzato da un alto livello di energia in gioco, una forte resistenza mentale al lavoro e una spiccata perseveranza di fronte alle difficoltà, un’alta concentrazione ed impegno sul lavoro, dove il tempo passa in fretta (esperienza simile a quella del flow) e le persone fanno fatica a staccarsi dal proprio lavoro, perché ne sono molto coinvolte.

Un esempio di lavoratore engaged può essere uno scienziato che sta lavorando ad un progetto a cui tiene intrinsecamente, che sta delle ore nel suo laboratorio e quando esce chiede “È già sera?”. Per lui il tempo è volato, voleva essere esattamente dove era e stava facendo quello che voleva, con tutto il suo impegno, con tutte le sue risorse.

Finita la giornata in laboratorio però, soddisfatto dei notevoli risultati ottenuti, si concede un bel bagno caldo e una serata con gli amici. Ha lavorato tanto, ce l’ha messa tutta ma sa staccare dal suo lavoro e ripartire più carico il giorno successivo.

Con workaholism invece si definisce una vera e propria dipendenza, una tendenza a lavorare eccessivamente, in modo ossessivo e compulsivo, in cui il distacco è quasi impossibile e doloroso.

I lavoratori dipendenti (workaholic) passano molto tempo al lavoro, ma perché non riescono a staccarsi da esso, dalla loro posizione lavorativa, non prendono mai pause. Un esempio sono quei manager che lavorano anche in vacanza e che non riescono a concedersi un giorno di mare senza prendere in mano il telefono e chiamare in ufficio, più e più volte.

Controllano le mail al ristorante e sotto l’ombrellone preparano la lista del “To Do”.  Certo, lavorando tanto, anche loro hanno dei risultati notevoli, ma sono molto più stressati, perché per loro non è solo un impegno, ma il lavoro è un qualcosa che li tiene in un certo senso prigionieri. Non sanno pensare ad altro.

I lavoratori dipendenti generalmente faticano a riconoscere la loro dipendenza. Se si trovano con del tempo libero non sanno cosa fare, vogliono subito tornare a lavorare, il lavoro gli assorbe la vita. Spesso insorgono anche disturbi come insonnia, nervosismo, mal di testa, ed altri ancora.

Sicuramente anche i lavoratori engaged accumulano dello stress lavorando tante ore, ma riescono a riposarsi, a concedersi una serata con gli amici, sanno gestire al meglio le risorse dell’organizzazione e le loro risorse personali. Riescono ad ottimizzare il tempo.

Vediamo dunque come in entrambe le forme di lavoro ad alto investimento, le persone passino molte ore al lavoro, e spendano una grande quantità di energia, ma i risultati siano diversi, sia da un punto di vista produttivo, sia per quanto riguarda stress e salute.

Alcuni studi hanno dimostrato come il work engagement correli con una prestazione lavorativa positiva, a differenza del workaholism; anche la soddisfazione lavorativa è maggiore per i work engaged, così come la soddisfazione di vita.

 

Non è quindi la quantità di tempo a fare la differenza nella qualità del lavoro svolto, ma è la qualità stessa del tempo passato lavorando che determina la qualità del lavoro finale.

Questo può aiutarci a pensare… Spesso capita che quando abbiamo una scadenza importante da rispettare, finché non consegniamo il lavoro non ci impegniamo in altro.

Anche se ci accorgiamo che non stiamo ottenendo i risultati sperati, stiamo lì tutto il giorno sulla sedia, in un certo senso a perdere tempo. Non riusciamo a staccare perché ci sentiremmo in colpa. Ma in colpa di cosa alla fine?

Trovare del tempo per sé è doveroso e permette una migliore performance lavorativa. Se sappiamo di lavorare molte ore senza tregue, possiamo chiederci: com’è il nostro lavorare? Siamo concentrati? Come stiamo usando il tempo?.

Potremmo renderci conto che la nostra produttività non sia massima e che magari ci servirebbero momenti di svago per tornare al lavoro più efficienti. Ma non sappiamo prenderceli.

Se qualcuno si rispecchia in una figura di lavoratore così, niente panico, si può partire pensando ad alcuni modi, anche semplici, per ritagliarsi del tempo per attività extra-lavorative, sapendo che questo sarà positivo per la nostra produttività, per il prodotto finale e per la nostra salute. Anche pochi minuti sono importanti, non serve prendersi improvvisamente ore e ore di riposo!

A livello organizzativo è un tema estremamente importante, le aziende sono responsabili di come viene gestito il tempo all’interno della propria azienda. Work engagement e workaholism sono due tratti distinti e non interscambiabili, potenzialmente stabili negli individui, che ogni psicologo del lavoro deve conoscere.

È piuttosto frequente sentire che ci sono persone esaurite, stanche, stressate che non vogliono più lavorare, generando anche un alto turnover, implicando poi per l’azienda un aumento dei costi.

Oltre a tratti strettamente soggettivi che influiscono sul tipo di lavoratori che siamo, è bene ricordare che potrebbe essere anche responsabilità delle organizzazioni se i lavoratori diventano dipendenti dal lavoro o engaged. Infatti, è importante il supporto sociale garantito dall’organizzazione, dai supervisori e dai colleghi di lavoro per il benessere del lavoratore.

È importante che le organizzazioni si adoperino per creare le condizioni di maggiore supporto sociale possibile. Le organizzazioni potrebbero pensare per esempio a degli spazi dedicati alla comunicazione tra dipendenti, dirigenti e colleghi.

Inoltre, workshop sul tema del tempo, della sua gestione, sul tema della presenza psicologica sul posto di lavoro (che è ragionevolmente collegata ad una certa ottimizzazione del tempo), sulla motivazione, sono tutti strumenti che uno psicologo che lavora in azienda può tenere presenti per cercare di ridurre la dipendenza dal lavoro e stimolare un ingaggio sano dei lavoratori, che aumenterà la produttività dell’azienda.

È necessario che l’organizzazione valorizzi anche i momenti di pausa, e una visione olistica della persona, che ha necessità di lavorare, di passare del tempo libero e di una vita sociale. Solo gestendo al meglio il nostro tempo, troviamo il tempo per fare tutto e riusciamo a fare bene quello che facciamo.

 

Bibliografia

Estratto del testo iniziale: http://www.millionaire.it/7-frasi-steve-jobs-ripetere/

Schaufeli, W. B., Salanova, M., González-Romá, V., &Bakker, A. (2002). The measurement of burnout and engagement: A confirmatory factor analytic approach. Journal of Happiness Studies, 3, 71–92.

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Mäkikangas, W. Schaufeli, A. Tolvanen, T. Feldt (2013), Engaged managers are not workaholics: Evidence from a longitudinal person-centered analysis, Journal of Work and Organizational Psychology, N° 29, pagine 135-143

van Beek, I., Taris, T.W., Schaufeli W.B., & Brenninkmeijer,V., (2014)Heavy work investment: its motivational make-up and outcomes,Journal of Managerial Psychology,Vol. 29 No 1, pp. 46-62

Arianna Maria Coglio (2016), Work engagement VS Workaholism

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