È tempo che i genitori insegnino presto ai giovani che nella diversità c’è bellezza e c’è forza

Maya Angelou

 

Articolo di Fabrizio Scarano

Eh già, nella diversità c’è bellezza, quante volte lo abbiamo sentito dire. Ciò che è diverso da noi ci spaventa ma ci attrae anche un po’, da sempre. Soprattutto oggi, nell’epoca della globalizzazione, in cui tutti i confini sembrano affievolirsi e tutto sembra, almeno apparentemente, massificarsi.

Ma di fronte a questa tendenza, forti sono ancora le diversità tra culture, religioni ed etnie. Se la bellezza della diversità si sta trasformando in un luogo comune abbastanza diffuso, poco si parla del perchè la diversità sia fonte di forza.

L’essere umano ha da sempre sviluppato modalità molto diverse per fronteggiare la diversità. Da un lato, la diversità spaventa. E spaventa perchè ci mette di fronte a qualcosa che non conosciamo, che esula delle routine e dagli schemi consolidati.

Prova a pensare come ti sentivi quando ti sei trovato/a per la prima volta in un paese sconosciuto o in un luogo in cui non avresti mai pensato di trovarti. Probabilmente avrai provato un forte senso di smarrimento e di incomprensione.

Noi esseri umani abbiamo a che fare con queste paure nella nostra vita di tutti i giorni, anche se con livelli e modalità decisamente differenti. Infatti, come messo in luce dalla teoria dell’identità sociale, gli esseri umani hanno la tendenza innata a costituire gruppi, e a distinguere il proprio gruppo di appartenenza rispetto a quelli a cui non si appartiene. Ma non solo.

Come descriveresti quel gruppo a cui tanto sei affezionato a cui appartieni da ormai molto tempo? Molto probabilmente lo descriveresti utilizzando qualcuno di questi termini: unico, speciale, stupendo, insomma qualcosa che gli altri non possono capire fino in fondo.

Tale tendenza, in psicologia, identifica un bias, cioè la tendenza a considerare migliore il proprio gruppo e a svalutare o criticare gruppi diversi dal proprio. Tali meccanismi hanno appunto una funzione difensiva e ci consentono di trattare con quella paura ancestrale: essere diversi.

Ma questa è solo una parte della storia. Prendere consapevolezza della propria diversità individuale, anche se può far paura, proprio per quanto detto sinora, può essere l’inizio di una lunga storia di successo. Mi riferisco in particolare alla propria attrattività in termini lavorativi e professionali.

Ma come e perché ciò può avvenire? Partiamo da una constatazione piuttosto diffusa: il mercato oggi è sempre più saturo di competenze e qualificazioni.

Infatti, l’accesso a percorsi educativi e formativi è diventato molto più semplice oggi che in passato, almeno nei paesi sviluppati, e ciò ha spesso comportato un surplus di personale, soprattutto in certi settori produttivi e professionali.

Inoltre, la competitività si gioca oggi a livello globale. Questo rinnovato scenario richiede e necessita competenze del tutto diverse rispetto al passato. Il famoso pezzo di carta è oggi solo il punto di partenza, un prerequisito che ti rende uguale a tanti altri.

Ciò che fa la differenza sono le tue esperienze, la tua personalità, tutto quello che ti rende unico e irripetibile.

In questo contesto, essere diversi non è più uno svantaggio ma una necessità. I recruiter delle grandi compagnie internazionali hanno visto migliaia di CV simili e regolari: magari un bel 110 e lode senza mai essere usciti dalla propria università ed esperienze educative e professionali perfettamente coerenti e omologate rispetto al proprio profilo di studi.

Se questo poteva essere adeguato e rispondente al mercato di 20 o 30 anni fa, oggi non lo è più. La realtà è oggi complessa come mai lo è stata prima e ciò richiede un’evoluzione dei sistemi e delle persone:

    • Internazionalità è la parola d’oro. Avere esperienze internazionali oggi non è, o almeno non dovrebbe essere, un’esperienza addizionale o un di più nel proprio percorso di vita. Infatti, vivere, studiare e lavorare all’estero consente di acquisire delle competenze esperienziali che non sono acquisibili in nessun altro modo.

Sono competenze che fanno la differenza nel saper gestire situazioni complesse, incerte e in continua evoluzione. Basti pensare che sempre più università, in particolare nel Nord Europa, stanno introducendo il semestre all’estero obbligatorio per tutti gli studenti.

    • Intraprendenza è un altro degli ingredienti magici. Sii intraprendente, e crea le tue opportunità. La capacità progettuale è oggi una delle competenze più richieste.

Il posto fisso non esiste più, ahimè o per fortuna, e ciò richiede alle persone di investire continuamente nel proprio sviluppo e nei propri apprendimenti. E tali apprendimenti avvengono sempre più al di fuori dei contesti formali della scuola o dell’università.

    • Eterogeneità delle proprie esperienze. Avere esperienze diverse e provenienti da ambiti diversi è qualcosa di molto ricercato dai recruiters. Infatti, una persona con esperienze eterogenee porterà con sé una molteplicità di conoscenze e competenze sconosciute a chi ha una formazione omogenea e uniforme.

Tale richiesta non nasce dalla necessità di rispondere a requisiti formali o sviluppare speculazioni filosofiche su cosa sia giusto e bello, ma da necessità molto pratiche: risolvere problemi ed essere competitivi.

Ecco quindi come essere diversi, distinguersi dalla massa sia oggi la chiave del successo.

Pertanto, sii te stesso/a

ed esci dalla tua comfort zone!

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