Questo articolo è per voi che state male da un po’, che vi ripetete “forse ho bisogno di un aiuto”, che “questa vita è troppo dura per me”; questo articolo è anche per voi che “il problema non sono io, sono gli altri”, che “è possibile che sia l’unico che capisce qualcosa?!”.

Decidere di andare dallo psicoterapeuta è dura. Prendere atto del fatto che c’è un problema e decidere di affrontarlo non è da tutti.

Nelle parti da cui vengo si sente spesso usare questa espressione: “tiriamo a campare”.

È un’espressione che, secondo me, rende bene l’idea di come molte persone si trascinino i propri problemi per tutta la vita, pur di non doverli affrontare. Li tengono lì, nascosti in un cassetto e poi ogni tanto spuntano e quel cassetto viene richiuso sempre con più forza per non vedere, per evitare.

Neruda scriveva “Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare”. Una buona qualità della vita è fondamentale per poter dire di “vivere” e di non accontentarsi “del semplice fatto di respirare”; una buona qualità della vita non può prescindere dal benessere psichico.

La depressione, per esempio, è una tra le malattie mentali più comuni: trecento milioni di persone al mondo soffrono di depressione ma meno del 10% riceve qualche trattamento (OMS, 2017).

Non dimentichiamo che i disturbi mentali sono la principale causa di morte prematura e disabilità nei Paese più sviluppati.

Sono ottimista e quindi sono sicura che ora vi siate decisi a prenotare quella seduta psicoterapeutica che avete in programma da un po’, ma che rimandate sempre. Sono sicura che ora siete impazienti di andare in terapia.

Se così fosse, se davvero ho smosso qualcosa dentro di voi… aspettate un attimo!

Ho qualcos’altro di molto importante da dirvi.

Vi sto immaginando davanti al computer a cliccare frasi a caso come “migliori psicoterapeuti in Italia” oppure “psicoterapia a basso prezzo”. Ho il dovere di dirvi che se decidete di intraprendere questo percorso bisogna farlo con senno, che prima di iniziare una terapia ci sono delle cose che dovete sapere.

Io posso provare ad offrirvi un libretto delle istruzioni. Seguitemi.

Prima regola, ragazzi: la persona a cui vi rivolgerete deve essere adeguatamente formata!

Può sembrare un consiglio banale ma non lo è. Attualmente sono riconosciute come figure specializzate per la salute mentale lo psichiatra, lo psicologo e lo psicoterapeuta. Lo psicologo è laureato in psicologia; ha sostenuto l’Esame di Stato ed è formalmente iscritto all’albo professionale degli psicologi; lo psichiatra è un medico che si è poi specializzato in psichiatria.

Sia lo psicologo che lo psichiatra, infatti, per diventare formalmente psicoterapeuti, devono frequentare una scuola di specializzazione che dura quattro anni. Lo psichiatra, in quanto medico, può prescrivere anche farmaci al paziente; lo psicologo no. Lo psichiatra è abilitato a condurre alcune tipologie di intervento psicoterapico, a differenza dello psicologo.

Seconda regola: per essere psicoterapeuti bisogna essere, prima di tutto, psicologi o psichiatri e quindi iscritti all’albo.

Tutti i cittadini possono accedere via internet all’albo degli psicologi, che è regionale: se vivete a Roma, per esempio, googlerete “albo degli psicologi del Lazio”. Grazie ad esso è possibile sapere chi è iscritto all’albo; se si tratta di uno psicoterapeuta o di uno psicologo; se è stato censurato o sospeso dalla professione e quindi, in entrambi i casi, non può praticare.

Se veniamo a conoscenza che lo psicoterapeuta a cui ci siamo rivolti fa terapia, pur essendo stato censurato o sospeso, sta infrangendo il codice deontologico e quindi, probabilmente, non è una persona seria.

Terza regola: il tempo di credere alle magie è finito!

La psicologia non è una scienza esatta ma è comunque una scienza. Esistono linee guida nazionali e internazionali che indicano quali sono le terapie migliori secondo ricerche validate scientificamente.

Stiamo parlando di terapie che la ricerca ha dimostrato essere efficaci con alcuni tipi di psicopatologie e che sono state manualizzate (ovvero seguono protocolli più o meno prefissati). Fra queste attualmente troviamo la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) e la Terapia Psicodinamica Breve.

Ricordiamo però come anche alcune terapie non validate empiricamente siano riconosciute per efficacia dall’esperienza clinica. Proprio per questa ragione, di fronte alla moltitudine di approcci al momento disponibili, di fronte al presentarsi di una significativa sofferenza psicologica si consiglia, prima di intraprendere un qualsivoglia percorso terapeutico, di iniziare una preliminare valutazione diagnostica, in grado di restituire uno spaccato dei motivi possibili della sofferenza e del funzionamento di personalità del paziente, gettando le basi per una scelta consapevole dell’orientamento e del tipo di terapia.

Esistono, infine, anche molti interventi e tecniche non teoricamente orientate quali la EMDR e la Mindfullness per esempio, che attualmente sono molto utilizzate e stanno riscuotendo buoni risultati.

Una tecnica o un qualsiasi strumento usato nell’ambito del benessere psicologico per poter essere definito “efficace” deve essere stato valutato dalla comunità scientifica. Uno psicologo che, di sua iniziativa, propone una cura totalmente nuova e mai testata rischia di fare dei danni.

Prima di iniziare un percorso terapeutico informatevi sull’orientamento del terapeuta a cui vi siete rivolti, cercate di capire se è quello più adatto a voi, se avete dubbi chiedetegli ricerche scientifiche che sostengano l’efficacia della sua terapia.

È però importante sottolineare che, sempre in ambito scientifico, è stata individuato come elemento fondamentale per definire una terapia efficace la relazione che si crea con il terapeuta.

Il feeling tra terapeuta e paziente, al di là di orientamento terapeutico e strumenti usati, può essere quindi il reale elemento determinante per valutare, da profani della materia, la validità di un intervento.

Quarta regola: prestare attenzione ai counselor

Attualmente non esiste un percorso di studi universitario per chi vuole diventare “counselor”; nonostante ciò esistono corsi triennali o master annuali a pagamento che molte persone frequentano per sviluppare abilità di counseling.

Questi corsi, che possono essere riservati a psicologi o aperti a tutti, sono in realtà utili solo per persone che hanno già un’adeguata formazione nell’ambito della salute mentale ma non per chi non ha alcuna preparazione in merito.

Difatti, il counseling psicologico, che può essere applicato solo da chi ha una laurea in psicologia o psichiatria, è una tecnica terapeutica riconosciuta come valida secondo specifiche linee guida.

Se in psicoterapia si interviene, con strumenti adeguati, su forme lievi e gravi di disagio psicologico, nel counseling psicologico si trattano principalmente, sebbene non unicamente, forme circoscritte di malessere quotidiano, come il dover prendere una decisione rispetto al proprio percorso lavorativo, ad una relazione amorosa o per far fronte ad un momento di crisi personale, che possano essere risolvibili con tempistiche ridotte.

Supportare una persona in difficoltà è un compito molto complesso che richiede oltre ad una certa propensione personale, anche di aver acquisito competenze e conoscenze per nulla scontate e banali. Pertanto, suggerisco di diffidare di chi si definisce counselor senza aver completato alcun percorso di tipo psicologico o medico.

Ok, ci siamo. Arrivati a questo punto mi illudo che questo articolo sia stato folgorante per voi e vi immagino tutti alla ricerca dello psicoterapeuta perfetto per iniziare questa nuova avventura.

Temo però che alcuni di voi vogliano rinunciare scoprendo che il prezzo per una visita è troppo alto e pensando che non possiate permettervelo; in questo caso ho ancora qualcosa da dirvi.

Se vivete una vita più che dignitosa e semplicemente preferite spendere quei soldi per una borsa firmata vi dico: Non lo fate! Una buona qualità della vostra vita psichica è impagabile!

Se, invece, sul serio la vostra situazione economica vi rende impossibile pagare un terapeuta, sappiate che è molto probabile che dove vivete o poco lontano ci siano dei servizi gratuiti o a prezzi calmierati offerti da consultori familiari, ambulatori ospedalieri di psicologia clinica e Università, ma anche centri e associazioni di psicoterapeuti privati.

Tendenzialmente sedute psicologiche online o di gruppo costano meno rispetto a sessioni individuali in vivo, ma la possibilità di usufruire di queste modalità varia anche in base al tipo di problematica da affrontare.

Se tutte queste opzioni si rivelassero fallimentari sappiate che esistono dei libri di auto-aiuto, uno fra tutti che sento di consigliarvi è “Superare la depressione” scritto da Michielin e coll. (2014). Si tratta di un libro destinato a chi tra di voi soffre (o pensa di soffrire) di depressione o che, più semplicemente, sta attraversando un periodo di forte tristezza o sconforto.

Si raccomanda in ogni caso di non fare troppo affidamento sull’auto-aiuto soprattutto nei casi di importanti sofferenze: purtroppo la sofferenza psichica non è solo una questione di buona volontà o di buona informazione!

Arrivati a questo punto vi starete chiedendo “Chi mi assicura che queste informazioni siano corrette?”, mi sembra una domanda più che lecita. Vi allego qui sotto articoli, linee guida nazionali e persone note che dicono quello che ho cercato di spiegare io.

Buona psicoterapia!

 

Per approfondire:

http://www.sociale.it/2015/08/14/il-costo-delle-malattie-mentali-nel-mondo/

http://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/depression

http://www.psy.it/linee-guida

http://www.ordinepsicologilazio.it/albo-online/

Sanavio, E. (2011). Le psicoterapie. Il mulino.

Michielin P. (2014). Superare la depressione. Eclipsi.

7 COMMENTI

    • Buona sera Chiara. Milano è un centro che raccoglie un gran numero di professionisti, pertanto le tariffe possono variare a seconda del tipo di struttura e/o di terapeuta al quale ci si rivolge. Se volesse accedere ad un servizio di supporto a prezzi calmierati le suggeriamo di rivolgersi, come detto nell’articolo, agli ambulatori di psicologia clinica degli ospedali e ai consultori familiari presenti nella sua zona. Diversamente può cercare sul sito https://www.psicoterapia-aperta.it/ il terapeuta che preferisce cercando tra quelli che offrono le tariffe più basse. Se, invece, non dovesse avere problemi a superare la soglia dei 60/70 euro a seduta avrebbe sicuramente un ventaglio di possibilità elevato tra cui scegliere.
      Cordiali saluti

      • Vittorio, grazie mille per la risposta. Sono già seguita da una psicologa, ma non avendo altri riferimenti in merito al prezzo ero curiosa di sapere se la tariffa che pago è “allineata” con una “media” Milanese. Chiaramente non è possibile dare una riposta specifica (in termini di prezzo), comunque le sue indicazioni rispondono pienamente alla mia domanda, grazie ancora. Cordialmente.

  1. Vittorio, grazie mille per la risposta. Sono già seguita da una psicologa, ma non avendo altri riferimenti in merito al prezzo ero curiosa di sapere se la tariffa che pago è “allineata” con una “media” Milanese. Chiaramente non è possibile dare una riposta specifica (in termini di prezzo), comunque le sue indicazioni rispondono pienamente alla mia domanda, grazie ancora. Cordialmente.

  2. Leggo che giustamente consigliate i servizi di psicologia clinica degli ospedali, ma nella mia zona l’accesso gratuito è riservato solo a ricoverati e soggetti con disturbi neuropsicologici e così anche con lo psichiatra. Per gli altri regime di solvenza, 100€ bene che vada. Ho sentito che è una direttiva del SSN o della regione che non copre questo servizio e so che la situazione è diffusa anche al di fuori della mia regione. A voi risulta? E se vi risulta, per favore, non date false speranze (in buona fede!).

    • Buona sera Lorena. L’accesso gratuito negli ospedali è cosa riservata solo a persone affette da certe categorie di disturbi, come ci ricordi anche tu. Vi sono ospedali in cui si paga una quota di avvio della prestazione e nulla più, mentre altri utilizzano il regime di solvenza che in genere ha prezzi calmierati. Dipende appunto sia dalle politiche ospedaliere che dalle direttive regionali. In ogni caso è bene informarsi per non perdere eventuali opportunità.

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