F. frequenta la prima elementare. È una bambina tranquilla ed educata. Resta seduta composta al suo banco, è meticolosa nel fare i compiti, non disturba mai i compagni, segue le indicazioni degli insegnanti ed ha un buon rendimento nello scritto.

Ad una prima impressione potrebbe sembrare particolarmente timida. A scuola però non parla mai. I suoi genitori riferiscono che il mutismo è iniziato circa tre anni prima, nella scuola dell’infanzia e che a casa, al contrario, la bambina mostra un linguaggio particolarmente fluente, anche con persone estranee al suo nucleo familiare.

Le sue insegnanti si sono infatti recate presso la sua abitazione e F. non ha avuto problemi nel comunicare con loro.

Il Mutismo Selettivo è un disturbo d’ansia in cui una persona normalmente in grado di parlare, non riesce a proferire parola in alcune situazioni o con determinate persone.

Il bambino smette infatti di parlare solo se si trova in determinati ambienti (ad esempio a scuola), mentre in altri si sente a proprio agio ed è perfettamente in grado di comunicare in maniera chiara ed efficace (spesso a casa).

Questi bambini appaiono in genere estremamente timidi e timorosi. Manifestano infatti alti livelli di ansia ed isolamento sociale. Solitamente hanno difficoltà nel mantenere il contatto visivo, sembrano volersi nascondere quando qualcuno li guarda.

Mostrano un’espressione vuota, assente, non sorridono quasi mai e sembrano restii ad esprimere i sentimenti. Si dimostrano inoltre esageratamente preoccupati, anche per cose futili, e particolarmente sensibili al rumore e alla folla.

D’altra parte, però, sembrano essere caratterizzati da un’intelligenza e da una creatività artistica o musicale superiori alla media, da un’alta empatia per gli altri e da un rigido senso del giusto e sbagliato.

Tale disturbo è piuttosto raro e appare spesso verso i 5 anni, anche se il più delle volte viene diagnosticato con l’ingresso alla scuola primaria. Tuttavia, esistono casi in cui il mutismo si è verificato più tardi, in adolescenza e perfino in età adulta.

In generale, il mutismo selettivo sembra caratterizzare soprattutto il genere femminile e può durare anche diversi anni.

Nonostante la persona sembri conservare l’attività scritta e la capacità di apprendere, tale condizione, se persiste nel tempo, può ostacolare in modo significativo la comunicazione sociale e il rendimento scolastico o lavorativo.

Inoltre, alcuni di questi bambini soffrono spesso anche di altre condizioni di disagio, tra i quali disturbi del linguaggio, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo.

In molti casi, a causa dell’ansia sociale, lo stress può comportare diversi disturbi psicosomatici. Infatti, questi bambini lamentano spesso mal di testa, mal di pancia e disturbi intestinali.

In una forma grave, conosciuta come “mutismo progressivo“, il disturbo progredisce fino a quando la persona non parla più con nessuno ed in nessuna situazione, neanche ai familiari più stretti.

Le cause del mutismo ipotizzate fino ad oggi sono molto diversificate e gli studi che riguardano tale disturbo sono ancora pochi.  Pertanto, non ci sono ancora risposte definitive sul perché ciò avvenga.

Secondo il modello cognitivo-comportamentale, il mutismo selettivo rappresenta una strategia di evitamento utilizzata da alcuni bambini con disturbo d’ansia sociale per ridurre il loro disagio nelle situazioni sociali (“Se non parlo sono meno imbarazzato e, quindi, provo meno ansia”).

Tali bambini hanno spesso temperamenti particolarmente inibiti e si ipotizza che questo avvenga come conseguenza di una eccessiva eccitabilità dell’ amigdala, ghiandola del cervello che riceve indicazioni su possibili minacce e scatena la risposta di combattimento o fuga.

Infatti, sembra che l’ansia generata da una situazione percepita come pericolosa dal bambino causi lo spegnimento della comunicazione.

Le teorie psicodinamiche riconducono invece il mutismo a un legame molto forte, eccessivo, tra madre-bambino. Secondo questo modello il linguaggio sarebbe percepito dal bambino come minaccia contro questo legame simbiotico con la madre (sembra quasi pensare “se parlo con altre persone tradisco mia madre e lei mi abbandonerà”).

Il mutismo sembra inoltre mascherare alterazioni profonde della personalità o dell’organizzazione familiare. Secondo il modello sistemico-relazionale, esiste spesso un “segreto familiare” che ha caratterizzato la vita di queste persone, ad esempio una nascita illegittima, malattie psichiatriche in famiglia o lutti importanti.

In realtà, contrariamente a quanto si pensava fino a pochi anni fa, di solito il mutismo non è legato in alcun modo a traumi o abusi infantili. Molto spesso, infatti, può avvenire anche a seguito di un semplice trasloco.

Inoltre, i bambini con mutismo selettivo non migliorano necessariamente con l’età. Infatti, se non viene affrontato con un adeguato trattamento, tale mutismo tende ad auto-rinforzarsi. Pertanto, è importante iniziare un trattamento in tenera età!

 

Per approfondire:

Marcelli, D., Cohen, D., (2017) Psicopatologia del bambino, Edra, Milano

Viana, A. G.; Beidel, D. C.; Rabian, B. (2009). “Selective mutism: A review and integration of the last 15 years“. Clinical Psychology Review. 29 (1): 57–67

Shipon-Blum, E. (2007). Do you know a child who never talks, talks to a select few, or only whispers? The SM Group-Childhood Anxiety Network

Cohan, Sharon L.(2011) Refining the Classification of Children with Selective Mutism: A Latent Profile Analysis

Johnson, Maggie; Alison Wintgens (2001-06-21). The Selective Mutism Resource Manual. Speechmark Publishing

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