Come visto nel precedente articolo, sono tante la sfide che il sistema famiglia si trova ad affrontare in questo periodo, specialmente per coloro che hanno bambini piccoli da gestire.

In queste settimane si sperimentano preoccupazioni ed angosce che coinvolgono varie sfere della vita individuale, familiare e sociale. I genitori, in particolare, sono chiamati a doversi occupare di loro stessi, nel gestire gli effetti psicologici ed economici della quarantena, in parallelo alla cura pratica ed emotiva dei propri figli.

I vissuti che potrebbero sperimentare tanti genitori, in queste settimane, vanno quindi nella direzione dell’esaurimento delle energie psico-fisiche. A causa dell’assenza di supporto istituzionale e dell’incessante carico genitoriale, da aggiungersi agli altri carichi professionali, i genitori potrebbero trovarsi in una condizione di vero sovraccarico emotivo, quasi come se sperimentassero una condizione di burnout genitoriale.

Il sovraccarico può essere causato da molti fattori: malessere psicologico dei singoli individui; aumento dei litigi familiari; mancanza di spazi personali e privacy; vissuti emotivi di tipo ansioso o depressivo; assenza di supporto; isolamento e così via.

Accanto a questo, lo stravolgimento degli equilibri familiari, dovuto dell’aumento del tempo dedicato ai figli e dell’assenza di ritmi cadenzati, porta con sé la necessità di trovare una nuova organizzazione anche dal punto di vista della gestione pratica della vita familiare. Questo significa che può essere indispensabile trovare nuove modalità di comportamento, che possano facilitare la convivenza e prevenire il peggioramento del benessere familiare, che già è messo a dura prova.

In questa situazione di crisi, può però venire in soccorso un importante alleato: la stessa coppia genitoriale.

Tanti studi hanno messo in luce quanto alcune caratteristiche della coppia, intesa sia come coppia coniugale e sia genitoriale, intervengano direttamente nel benessere del sistema familiare e dei figli stessi.

La qualità e modalità con cui i due partner entrano in relazione tra di loro, ossia l’insieme dei comportamenti reciproci, possono determinare in modo significativo le competenze che hanno come genitori, avendo quindi un’influenza diretta sul figlio. Questa evidenza può risultare utile, adesso più che mai, durante un periodo in cui la famiglia sta attraversando una fase di disorganizzazione e deve mettere in campo tutte le sue risorse disponibili per farvi fronte.

Che cosa, quindi, può venire in soccorso ai genitori nel periodo di quarantena?
Una risorsa possibile è senz’altro la cogenitorialità, ossia la capacità dei partner di essere primariamente degli alleati tra loro nel suddividersi i compiti che la genitorialità impone.

Essere co-genitori, significa sostanzialmente essere genitori insieme, ovvero essere capaci di condividere, suddividere, supportarsi e legittimarsi, senza che vi sia una prevaricazione dell’uno sull’altro. Le responsabilità genitoriali vengono quindi affrontate insieme nell’ottica della reciprocità, grazie alla mutua condivisione di decisioni e alla coordinazione dei comportamenti individuali all’interno di un piano condiviso.

Cogenitorialità significa essere una vera alleanza, come una squadra che condivide sia gli obiettivi e sia la strategia, giocando fianco a fianco ed aiutandosi nei momenti di difficoltà, contando sui reciproci punti di forza e sulle differenze come risorse.

Affinché vi sia accordo è fondamentale che vi sia comprensione, empatia e comunicazione tra i partner. Questa dimensione, quindi, se da un lato comprende aspetti molto pratici di coordinazione e suddivisione di ruoli condivisi, dall’altro implica anche una componente di vicinanza emotiva ed affettiva.

La capacità di fare tutto questo, che si può esprimere nell’unica parola di sapere essere co-genitori, è un punto che può determinare in modo cruciale la qualità della vita familiare stessa, soprattutto quando la famiglia è sottoposta a forti stress. Questa capacità, infatti, consente di gestire molti momenti di difficoltà e prevenire una degenerazione del clima familiare e l’emergere di continui conflitti o malesseri, che rischiano di essere all’ordine del giorno in queste settimane di isolamento.

Ma come si può produrre realmente un aumento di questa competenza generale? Quali sono i comportamenti che i genitori possono, in pratica, mettere in atto per produrre un beneficio all’interno del sistema familiare?

I comportamenti che si possono adottare sono svariati e ci concentreremo su alcuni punti che possono essere particolarmente salienti.

  1. Condividere i vissuti emotivi tra partner

    La comunicazione dei propri vissuti emotivi è fondamentale all’interno della coppia genitoriale, perché consente la connessione e la sintonizzazione verso i bisogni dell’altro, che rischiano altrimenti di essere sconosciuti o incomprensibili. La comprensibilità ed accessibilità dei sentimenti dell’altro sono, infatti, alla base dell’empatia.

    La condivisione può aprire uno spazio di dialogo tra due menti che si confrontano, creando anche uno spazio di pensiero sulle emozioni stesse, ossia un’occasione per una loro rielaborazione interna: si inizia a fare, quindi, un lavoro interno che crea pian piano sempre più ordine e chiarezza alla disorganizzazione e confusione interna.

    Le emozioni negative che si sperimentano in questo periodo, in particolare, possono essere soverchianti e confuse nella mente del singolo individuo, ma possono essere più “contenibili” se ci si divide il carico e se c’è una figura in grado di accoglierle: nel comunicare un’emozione la si rende, infatti, pensabile, comprensibile e gestibile. Sentirsi nella stessa barca, a gestire le stesse paure e preoccupazioni, può contribuire a fortificare un senso di unione.

  2. Usare una comunicazione chiara ed efficace

    Risulta importante sottolineare che comunicare i propri vissuti emotivi sia fondamentale non soltanto per creare condivisione e connessione, ma anche perché il partner non può conoscere tutto di noi ed accedere alle nostre emozioni in modo automatico: il nostro mondo interiore non è così chiaro agli occhi degli altri. Ciò che prova il partner, infatti, può essere radicalmente diverso da ciò che proviamo o immaginiamo noi, o diversamente, pur provando le stesse emozioni, le modalità di gestione possono essere profondamente discordi.

    L’assenza di comunicazione impedisce al partner di fornire il supporto di cui si avrebbe bisogno, facendo sentire incompresi e soli. Non diamo per scontato che ciò che proviamo sia immediatamente comprensibile agli altri, ma anzi, partiamo dal presupposto che l’altro per sostenerci ha bisogno di una nostra comunicazione diretta ed efficace.

    Appare particolarmente importante comunicare verbalmente le emozioni e non aspettarsi che il partner comprenda le nostre intenzioni e stati emotivi dall’interpretazione dei nostri comportamenti. Se, infatti, intendo comunicare qualcosa al partner con delle azioni pratiche, non è detto che lui riesca ad interpretarle nel modo corretto né che arrivi mai a notarle tutte: questo può provocare una spirale di ulteriore senso di incomprensione, solitudine e rabbia.

  1. Occuparsi delle emozioni del coniuge e legittimarle

    Nel mondo delle emozioni, non esistono sentimenti giusti o sbagliati. Ogni vissuto emotivo è possibile e, anche se diverso o incomprensibile, va accettato e legittimato. Non rimproverare, rinfacciare o far sentire colpevole il proprio partner perché prova dei sentimenti diversi dai nostri è cruciale per evitare che il coniuge si chiuda in un isolamento forzato e diffidi dal comunicare emotivamente ciò che sente.

    Individui diversi, con storie diverse, possono provare diversi sentimenti alla stessa situazione e gestire i sentimenti in modo altrettanto differente: l’altro va necessariamente riconosciuto nella sua diversità.

    Per questo, non solo è importante saper comunicare in modo chiaro ed efficace i propri sentimenti, ma è anche fondamentale legittimare il partner a potersi esprimere a livello emotivo. Per poter essere una coppia che è reciprocamente empatica ci deve essere un desiderio di dialogo ed apertura da un lato, insieme alla capacità di accoglienza e di ascolto dall’altro.

    All’interno di questo processo è fondamentale convalidare e riconoscere i sentimenti del partner, ossia fargli comprendere che non soltanto qualsiasi suo stato emotivo sia legittimo e comprensibile, ma anche che si è interessati a conoscerlo e a prendersene carico.

    4. Suddivisione di compiti e momenti di pausa

    Molti studi hanno messo in evidenza quanto sia importante, nel benessere familiare, che i coniugi percepiscano di contribuire in modo ugualmente importante all’interno dei compiti familiari. Questo non significa fare esattamente le stesse identiche cose all’interno della famiglia, ma suddividere il carico in modo che non vi sia un disequilibrio nelle responsabilità e doveri quotidiani.

    In questo frangente è importante organizzarsi tenendo conto di ciò che ciascuno può fare con più facilità o difficoltà e fatica rispetto all’altro: perché questo avvenga va usata una buona comunicazione. Se un genitore, per esempio, si dedica solo alla parti di gioco o divertimento, mentre l’altro si occupa dei doveri educativi, dei compiti e delle ramanzine, allora c’è uno sbilanciamento a sfavore dell’altro, che può diventare più irritabile, stanco e stressato.

    Oltre ad un’organizzazione percepita come più equa, può essere importante alternarsi alcuni momenti di carico, di modo che ciascuno possa godere del proprio spazio personale e di privacy, come se ci si prendesse una pausa. Avere un momento di tregua dai propri figli può servire a prevenire il sovraccarico e l’esaurimento emotivo: è possibile, quindi, stabilire una tabella in cui a turno i figli sono affidati unicamente alla cura di un genitore, mentre l’altro ha il tempo necessario per fare ciò di cui ha più bisogno in quel momento (una telefonata, un bagno rigenerante, una dormita), per poi darsi il cambio. Anche se questo spazio temporale dovesse essere brevissimo (magari solo 30 minuti), è auspicabile che questo momento di “respiro” ci sia.

    5. Ritagliarsi una micro-dimensione per la coppia

    Assieme ai piccoli ritagli del proprio spazio personale, può essere utile trovare degli spazi precisi per riscoprirsi anche nella propria dimensione di coppia, oltre che di genitori. Anche in questo caso, per quanto brevi, possono essere molto preziosi 10 minuti dedicati unicamente alla coppia, senza interferenze di nessun genere, in cui sperimentare il dialogo emotivo e ritrovare la propria intimità.

    Ciascun sistema familiare ha i propri momenti “ideali” per ritagliarsi questo spazio, che per quanto breve è importante che possa esserci, magari diventando anche un rito quotidiano: ad esempio, alla mattina presto prima del risveglio dei figli, nel momento del pisolino, dopo averli messi a letto.

 

Riferimenti:

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