Abbiamo già parlato dell’importanza di questo momento cruciale, seppur complicato e difficile da affrontare, per poterci dedicare ai nostri cari e al nostro partner (link al precedente articolo).

Oggi vogliamo parlare di tutte quelle persone che non hanno la fortuna di avere accanto a sé la persona amata, perché non residenti nello stesso Comune, e che quindi sono costrette a dover sopperire alle misure di sicurezza indette dal Decreto: aspettando, sperando, scandendo i giorni che li separano e che li porteranno a vedersi nuovamente.

In Italia le misure del decreto sulla sicurezza si sono fatte largo gradualmente, ma la dichiarazione di tutta la penisola come zona rossa è giunta improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, perciò molte coppie hanno lasciato cadere l’aspettativa di potersi rincontrare a breve.

Sebbene al Nord Italia la raccomandazione di rimanere chiusi in casa sia giunta da subito, costringendo un divieto negli spostamenti da una città all’altra per le zone interessate, non è stato così per le altre regioni del Centro e del Sud, e alla proroga della chiusura delle scuole è stata aggiunta la chiusura agli spostamenti, tranne per ragioni di necessità: per tutti gli abitanti, quindi, è svanita la possibilità di vedere i propri cari dislocati in altri luoghi della penisola, per evitare il rischio di un contagio.

Pur non avendo una stima precisa delle coppie a distanza attualmente implicate, il numero deve essere abbastanza cospicuo e tale distanza aumenta con molta probabilità il timore – e il terrore – di non potersi rivedere.

Per fortuna, i dispositivi telematici e le applicazioni virtuali ci vengono incontro in questo senso: videochiamate skype, whatsapp, instagram o facetime ci aiutano a mantenerci in contatto.

Questo porta a poter continuare a vedersi e sentirsi tutti i giorni, rinfrancando in parte il timore vissuto durante questo periodo e la sensazione di sentirsi fisicamente soli nel vivere questo dramma.

Sapere che l’altro esiste ed è lì per noi, come noi ad aspettarci, a pensarci, a condividere il nostro dolore per questa situazione sicuramente aiuta a farci sentire più sollevati, a rendere meno opprimente e gravosa questa attesa che sembra non dover avere mai fine.

Forse può essere utile simbolizzare questo periodo di distacco forzato, questo muro di chilometri che non è possibile percorre, come un momento che rafforzerà il legame di coppia, un tempo che dilatandosi possa aumentare il desiderio reciproco, permettere di chiarire questioni in sospeso o  riflettere su qualche incertezza o incomprensione che, chiusa nella bolla della lontananza, potrebbe finalmente vedere qualche chiarimento con se stessi e con l’altro.

Se la distanza separa, il desiderio e la smania dell’altro unisce, permette di tenere duro fino al giorno in cui ci si potrà incontrare di nuovo.

Nell’ambito della sessualità, non mancherà chi si lascia andare alla pratica del sexting, lasciandosi sfuggire l’invio di testi o di immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare, sostituendo in questo modo un incontro sessuale fisico che, se da un lato qualcuno potrebbe considerare meno appagante, dall’altro però può aiutare a mantenere vivo un aspetto molto importante della vita di coppia.

Ovviamente, non tutti condividono necessariamente tale pratica, per timore di qualche errore nell’invio alla chat sbagliata o per il pudore di far viaggiare in rete contenuti altamente privati.

In sostituzione di ciò, si potrebbe ricorrere all’utilizzo di chiamate dal contenuto erotico simulando un vero e proprio rapporto sessuale, aiutando e stimolando l’altro/a a procurarsi piacere.

I più audaci potrebbero ricorrere alle videochiamate, inserendo così anche il contenuto visivo; chi non è un abituale rispetto a questa attitudine magari ricorderà o farà capire, più o meno esplicitamente, al proprio partner quanto sarà passionale e coinvolgente il loro prossimo incontro.

Arrendendosi all’attesa, quindi, ma coltivando al contempo la propria fantasia.

Un aspetto molto importante che con la distanza andrà ad essere amplificato è infatti proprio quello delle fantasie sessuali: mentre si immagina il giorno in cui sarà possibile passare nuovamente del tempo insieme, la mente inizia a fantasticare sul modo in cui quell’incontro potrebbe aver luogo e può sbizzarrirsi a costruire scenari consueti o ancora inesplorati; questo è particolarmente vero soprattutto durante la pratica automasturbatoria.

Odori, forme del corpo, respiro e sensazioni tattili si integrano e sfumano nell’immaginazione e nell’immaginario di coppia, in cui il pensiero dei gesti, delle parole e dei movimenti dell’altro accresce il desiderio colmando in parte questa sete d’incontro.

La vera sfida, dal punto di vista affettivo, è quella di riuscire a gestire la mancanza del partner. Per quanto ci si adoperi per mantenersi in contatto, mai come adesso si sta riscoprendo l’importanza della vicinanza fisica, della carezza, dell’abbraccio, del conforto vis-a-vis.

Vivendo un distacco forzato, la mente in qualche modo si ribella e – non potendo superare ed aggirare l’ostacolo – potrebbe in qualche modo sentirsi intrappolata in una gabbia percepita come ingiusta.

I pensieri negativi che ne scaturiscono, dati – appunto – dall’impossibilità di raggiungersi, potrebbero influenzare negativamente la sensazione di stallo dato dall’essere lontani.

È il momento, questo, per coltivare la gratitudine, per avvertire appieno quanto si è stati fortunati ad avere incontrato qualcuno che ci comprenda, che attende con ansia il nostro ricongiungimento.

Piuttosto che rimanere bloccati sul pensiero della lontananza, si potrebbe sfruttare questo tempo dedicandolo a qualche compito o attività lasciati in sospeso, e condividerla. Decidere di concentrarsi su quello che si ha piuttosto che su quello che non si ha, ovviamente, non vuol dire che non è consentito avvertire l’assenza della persona amata.

Smettere di fissarsi sul senso di mancanza e guardare in maniera propositiva al futuro della relazione aiuta a modificare i propri schemi cognitivi e l’adattamento alla situazione presente, ricordandosi che una relazione sana riesce ad aggirare le distanze, anzi delle distanze se ne serve e le supera.

Potrebbe rivelarsi utile organizzare una sorpresa da fare al proprio partner quando questo periodo sarà terminato, creare qualcosa per celebrarlo, per festeggiare il fatto di essere di nuovo insieme sul piano fisico.

Se si è continuamente tormentati dalla mancanza dell’altra persona, è importante fermarsi e concentrarsi sul presente.

Non pensare quindi “Vorrei che fossimo insieme in questo momento”, ma sostituendo questo pensiero con: “Quest’attività (ad esempio guardare un certo genere di film) la facevamo sempre insieme, magari potrei ripeterla da sola/o per sentirmi più vicina/o a lui/lei”, oppure: “È bello avere il gatto (o il cane) tutto per me oggi. Di solito cerca sempre il mio compagno/a”.

È essenziale sostituire la sensazione della solitudine con l’idea che sia possibile stabilire un contatto con qualcos’altro.

Se ci si sente senza via d’uscita, è utile ricorrere alla razionalità per vincere i sentimenti negativi. Pensare “Non sono felice quando non sto con lui/lei” conduce nella maggior parte dei casi ad una sensazione di disperazione.

Sarebbe opportuno invece addestrarsi a controllare i propri sentimenti scegliendo di fare qualcosa di diverso per ritrovare il buonumore. Con un po’ di sforzo è possibile adottare uno schema cognitivo differente: ogni volta che si è intenti e concentrati in qualcosa o immersi in pensieri propositivi e di riconoscenza, il cervello diventa più predisposto a ripeterlo.

Se da un lato è normale sentire la mancanza della persona amata, dall’altro è necessario anche prendersi cura di se stessi e della propria salute emotiva. Per imparare a gestire la nostalgia del partner, il percorso non cambia a prescindere da quanto tempo si è separati. Rielaborando il proprio modo di pensare e tenendosi impegnati nel tempo libero, si potrà continuare a pensare a lui/lei e affrontare la sua assenza in maniera sana e positiva. 

Stare lontani, seppur contro il proprio volere, implica l’opportunità di sentire la reciproca mancanza e di ricordare quanto è importante la vostra relazione. Se non ci si separa mai, il rischio è quello di iniziare a dare per scontate le piccole cose che si amano l’uno dell’altro.

L’attesa, si sa, oltre alla mancanza accende il desiderio nelle sue più variegate forme.

D’altronde, ogni periodo negativo vedrà la sua fine. Lasciamo allora che questa fine costituisca un nuovo inizio: come vale anche per il regno animale, attendiamo l’inizio della primavera per il risveglio – e la rinascita – della vita amorosa.

 

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Elisa Ginanneschi
Cresciuta in un piccolo paesino, ma con grandi sogni per la testa. Le coordinate che da sempre danno direzione ai miei obiettivi sono quelle che chiamo le "Due P": Poesia e Psicologia. Mi sono laureata in Psicologia Clinica alla Sapienza di Roma con 110 e lode con una tesi dal titolo "L'accoglienza dei soggetti transgender nel contesto sanitario". Durante il corso di laurea magistrale ho svolto il Percorso d'Eccellenza occupandomi di plusdotazione, in particolare dell'influenza dello stile genitoriale sulle caratteristiche di sviluppo dei bambini plusdotati. Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio n°26177, ho coniugato alla psicologia la mia passione per la sessualità: sono infatti anche una consulente sessuale ed esperta in educazione sessuale. Attualmente sto continuando la mia formazione come Sessuologa clinica presso l’Istituto di Sessuologia clinica di Roma. Sostenitrice dei diritti LGBTQI+, appassionata lettrice dei segnali dell'animo umano. Ho pubblicato diverse raccolte di poesia, dal titolo: Arcano Verbo, Carne e spirito, Suppliche mondane, Dieci a mezzanotte, Liriche di luce, D'estro e d'arsura, Ebbra, Benedicat e Odi et amo. Contatti: elisaginanneschi11@gmail.com

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