La terza edizione de La mente relazionale, edita Raffaello Cortina, rivista e ampliata per accogliere i principali progressi in campo neurobiologico, definisce due ambiti principali di informazione: a un primo livello viene proposta una nuova visione interdisciplinare delle conoscenze assodate; a un livello successivo, all’interno della stessa cornice teorica, vengono tratte implicazioni concettuali, formulate nuove ipotesi e affrontate nuove tematiche, per esempio l’esperienza di appartenenza e lo sviluppo dell’identità.

Corredato da una bibliografia ricchissima di oltre mille voci, questo testo, scritto da un magistrale Daniel Siegel, si presenta come un manuale atto a coinvolgere neurobiologia e campo relazionale, scandito da esempi tratti dalla pratica clinica e dalla vita quotidiana.

Il libro si propone di mostrare come il tentativo di costruire relazioni più profonde, con gli altri e con la propria esperienza interiore, promuova l’integrazione sia di processi interni che interpersonali: percorso che è alla base del benessere psicologico e della resilienza.

In altre parole, le connessioni umane plasmerebbero lo sviluppo delle connessioni nervose che danno origine alla mente: relazioni interpersonali e collegamenti neurali danno insieme origine a quest’unica entità che è molto più della somma delle sue parti.

La mente però è anche un flusso di informazioni che rappresenta sotto forma di pattern di eccitazione neuronale, corrispondenti ai simboli mentali. Si pensa che ognuna di queste forme di rappresentazioni comporti il coinvolgimento di circuiti cerebrali diversi; i vari sistemi possono lavorare indipendentemente, oppure interagire in maniera simultanea: quando pensiamo a un avvenimento del nostro passato,  per esempio, possiamo evocare rappresentazioni complesse che comprendono sensazioni, percezioni, idee e simboli linguistici.

I rapporti interpersonali possono facilitare o inibire questa tendenza a integrare le rappresentazioni delle nostre diverse esperienze, e le relazioni che caratterizzano i nostri primi anni di vita possono avere un ruolo fondamentale nel plasmare le strutture di base che ci permettono di avere una visione coerente del mondo:

le esperienze interpersonali influenzerebbero direttamente, in quest’ottica, le modalità con cui ricostruiamo mentalmente la realtà.

Lo sviluppo delle strutture e delle funzioni cerebrali dipende infatti dalle modalità con cui le esperienze, specialmente quelle interpersonali, influenzano i programmi di maturazione geneticamente determinati del sistema nervoso.

L’approccio del testo si presenta come piuttosto innovativo: esso considera infatti i processi mentali, corporei e relazionali come fenomeni che coinvolgono pattern di flussi di energia e di informazioni, che consentono di riunire in maniera efficace i dati della scienza con la natura soggettiva della vita umana.

Il libro si apre partendo da una digressione anatomica delle strutture cerebrali, al fine di creare un quadro iniziale di conoscenze comuni che sono alla base di quelle che l’Autore, Daniel J. Siegel, definisce “triangolo dell’esperienza umana”, composto da mente, relazioni e cervello incorporato o incarnato, ovvero il meccanismo dei nostri flussi di energia e di informazioni.

Segue poi un capitolo dedicato agli stati della mente, definiti come organizzazione di processi mentali differenti, che in un dato momento consentono il collegamento fra attività cerebrali diverse.

Nel terzo capitolo, trattante la memoria e la narrazione, vengono riassunte le conoscenze inerenti le diverse forme mnestiche, le quali ci aiutano a comprendere come le esperienze dell’infanzia giochino un ruolo importante nel determinare sia ciò che ricordiamo che le modalità con cui revochiamo gli eventi passati e costruiamo il racconto della nostra vita.

Si passa poi alla trattazione della tematica dell’attaccamento nei bambini e degli adulti, al tema delle emozioni – ingredienti fondamentali delle esperienze di attaccamento sicuro – come aspetto cardine sia nell’evoluzione dell’identità e delle funzioni mentali del bambino che nelle relazioni interpersonali dell’età adulta.

Il processo di attribuzione dei significati e le relazioni interpersonali sembrano infatti essere mediate dalle stesse reti neurali responsabili dei processi emozionali, indi per cui le emozioni possono essere viste come processi integrativi che collegano i mondi interni e interpersonali della mente umana.

Da qui si passa poi all’analisi dei meccanismi coinvolti nella creazione delle rappresentazioni – o simboli mentalidelle esperienze e la costruzione della realtà. In tal senso, le nostre esperienze interne, mediate da emozioni, stati della mente e relazioni interpersonali, contribuiscono a plasmare i modi in cui questi processi rappresentazionali si sviluppano.

L’operazione di costruzione, spesso inconsapevole, di categorie e concetti, può tradursi infatti in simboli linguistici, i quali svolgono la funzione di rappresentazioni di conoscenze sul nostro mondo costruito socialmente e che vengono poi frequentemente condivise con gli altri.

Le rappresentazioni possono quindi agire da filtro della nostra esperienza, plasmando le proprie convinzioni sulla realtà e persino influenzando la percezione del reale.

Il capitolo 7 è invece incentrato sul processo di regolazione – o autoregolazione – e coerenza: tramite la regolazione emotiva è reso possibile l’emergere di stati integrati, che sono alla base di un funzionamento coerente. Essa si sviluppa inizialmente nell’ambito di esperienze interpersonali infantili, che conducono all’acquisizione di capacità auto-organizzative.

Il capitolo 8 esplora invece la natura delle connessioni fra le menti, in particolare il legame fra connessioni interpersonali e mente relazionale. La regolazione personale è infatti collegata all’interazione del Sé con altre persone. Questo ci aiuta a comprendere come le relazioni interpersonali possano continuare a promuovere il benessere emotivo durante tutta la nostra vita e come giungiamo a conoscere “noi stessi”.

Il capitolo successivo è dedicato all’integrazione interiore e relazionale: la mente realizza un senso di coerenza collegando gli stati della mente nel tempo, che forniscono un senso di continuità al Sé. Varie forme di disfunzione mentale possono in tal senso essere considerate il risultato di compromissioni dell’integrazione, che generano un senso di caos o di rigidità.

L’ultimo capitolo si sofferma infine sui MOI (Me + Noi) e sull’integrazione dell’identità. Attraverso l’analisi dell’importanza dell’esperienza di appartenenza e del suo rapporto col senso di identità, vengono presi in esame l’integrazione fra processi interiori e relazionali alla base del senso di identità e approfondite le implicazioni corrispondenti per il benessere personale, interpersonale, pubblico e planetario.

Il testo, seppur molto ampio e trattante tematiche complesse alla base della neurobiologia relazionale, è in realtà corredato da un lessico piuttosto semplice, che lo rende scorrevole e comprensibile.

L’idea alla base dei vari temi trattati ed esposti nel libro, poi riassunta nel titolo, è la seguente: le esperienze sociali possono plasmare direttamente la nostra architettura mentale, ponendosi dunque come passaggio fondamentale nella formazione della nostra mente, della nostra capacità di regolazione emotiva e perfino nella costruzione della nostra identità.

Tale processo interattivo ci forgia e ci influenza per tutta la vita.

Perciò, per affrontare adeguatamente alcune delle sfide che ci si presentano e che si inseriscono nella nostra epoca contemporanea, potrebbe rivelarsi indispensabile trovare un modo di coltivare un senso integrato della nostra identità, che possa estendersi e divenire comunicativa con gli altri, con la comunità intesa in senso ampio e con la Terra tutta.

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Elisa Ginanneschi
Cresciuta in un piccolo paesino, ma con grandi sogni per la testa. Le coordinate che da sempre danno direzione ai miei obiettivi sono quelle che chiamo le "Due P": Poesia e Psicologia. Mi sono laureata in Psicologia Clinica alla Sapienza di Roma con 110 e lode con una tesi dal titolo "L'accoglienza dei soggetti transgender nel contesto sanitario". Durante il corso di laurea magistrale ho svolto il Percorso d'Eccellenza occupandomi di plusdotazione, in particolare dell'influenza dello stile genitoriale sulle caratteristiche di sviluppo dei bambini plusdotati. Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio n°26177, ho coniugato alla psicologia la mia passione per la sessualità: sono infatti anche una consulente sessuale ed esperta in educazione sessuale. Attualmente sto continuando la mia formazione come Sessuologa clinica presso l’Istituto di Sessuologia clinica di Roma. Sostenitrice dei diritti LGBTQI+, appassionata lettrice dei segnali dell'animo umano. Ho pubblicato diverse raccolte di poesia, dal titolo: Arcano Verbo, Carne e spirito, Suppliche mondane, Dieci a mezzanotte, Liriche di luce, D'estro e d'arsura, Ebbra, Benedicat e Odi et amo. Contatti: elisaginanneschi11@gmail.com

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