Il sesso e le attività sessuali ad esso connesse costituiscono un momento magico per gran parte delle coppie consenzienti: accende la passione, accresce l’intimità, stuzzica il divertimento e l’immaginazione, favorisce il rilassamento ed il benessere dell’organismo.

Il momento dell’orgasmo, rappresentante l’apice del piacere e la scarica dell’eccitazione sessuale, nell’uomo è seguito da una fase meglio conosciuta come periodo refrattario, che consiste nell’intervallo che segue la scarica orgasmica caratterizzato dall’incapacità fisiologica di raggiungere un’erezione e durante il quale l’uomo non prova più piacere.

Prima di approfondire questo discorso, va premesso che l’eiaculazione e l’orgasmo non sono la stessa cosa. Infatti, si possono verificare sia orgasmi senza eiaculazione (come avviene ad esempio nell’eiaculazione retrograda o nell’eiaculazione secca), sia eiaculazioni senza orgasmo (anorgasmia) come avviene nelle eiaculazioni notturne.

Durante il periodo refrattario, il pene non risponde più alla stimolazione sessuale e non è in grado di raggiungere l’orgasmo. La durata di questo periodo è diversa per ogni uomo ed aumenta gradualmente con l’avanzare dell’età.

Potrebbe volerci mezz’ora o più prima che il proprio corpo torni ad essere pronto ad un nuovo incontro sessuale, fino a raggiungere anche uno o più giorni in tarda età.

Gli uomini più giovani possono aver bisogno solo di pochi minuti di tempo di recupero, ma gli uomini più anziani di solito hanno un periodo refrattario più lungo, a volte tra 12 e 24 ore. Per alcuni uomini, appunto, il periodo refrattario può durare anche alcuni giorni.

In alcuni casi si possono tuttavia verificare due eiaculazioni consecutive: nonostante sia difficile, non è impossibile. Dunque, può accadere che un uomo possa sperimentare due orgasmi con eiaculazione a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro, soprattutto se la prostata è molto stimolata.

Il periodo refrattario dipende anche dalla potenza del nuovo stimolo sessuale: uno stimolo molto intenso può ridurre di parecchio i tempi di recupero per raggiungere una nuova erezione.

A livello fisiologico, quindi, durante questo periodo, non si ha più bisogno di fare sesso.

E a livello psicologico?

È stato constatato che molti uomini, dopo l’orgasmo, preferiscono rimanere in silenzio, “nel proprio cantuccio”, potremmo dire, e privi di stimoli di qualsiasi natura per qualche minuto.

Ma perché, dopo l’orgasmo, accade questo?

Secondo uno studio condotto dagli scienziati dell’Inserm, organismo pubblico di ricerca francese, non si tratterebbe di mancanza di sensibilità verso le proprie partner sessuali, bensì di una vera e propria esigenza del cervello maschile, che tenderebbe a spegnersi proprio subito dopo il rapporto sessuale.

Il neuroscienziato Serge Stoleru e la sua equipe, analizzando l’attività del cervello maschile durante e dopo l’orgasmo, hanno rilevato un sostanziale spegnimento della corteccia cerebrale, area deputata al pensiero, in seguito al rapporto sessuale.

A distanza di pochi minuti, l’amigdala e la corteccia cingolata trasmettono al cervello l’impulso di acquietare il desiderio sessuale. E così l’organismo maschile produce nel frattempo serotonina ed ossitocina, ormoni che inducono la necessità di benefico riposo.

Il periodo refrattario è dovuto infatti al rilascio di due ormoni regolati dall’ipotalamo: ossitocina e prolattina, rilasciati durante l’orgasmo.

L’ossitocina fa abbassare il livello di testosterone, mentre la prolattina inibisce temporaneamente il rilascio della dopamina, ormone che, insieme al testosterone, è coinvolto nell’eccitazione sessuale. 

L’abbassamento dei livelli di testosterone e di dopamina hanno come effetto collaterale il calo della libido, il che rende difficile un’ulteriore erezione in tempi brevi. Inoltre, il brusco calo di endorfine e di ossitocina che si realizza dopo aver raggiunto l’apice del piacere, può contribuire all’insorgenza di un momentaneo senso di abbattimento.

Si tratta di una sensazione molto sottile, un po’ dovuta al fatto che il rapporto sessuale sia finito (la tristezza conseguente alla scarica dell’eccitazione), e un po’, magari, ricollegabile al fatto che ci si può sentire soli.

Tuttavia, se questa necessità di silenzio e di distacco dopo l’orgasmo è un fenomeno che coinvolge molti uomini e può risolversi in abbracci e coccole con la propria/il proprio partner, tale sensazione va però distinta da quella che da qualche anno è conosciuta col termine di “disforia post-coitale” (PCD), o post-sex blues.

Quest’ultima ha a che fare con l’emergere di sentimenti di tristezza e depressione che possono manifestarsi in alcune persone dopo aver fatto sesso, anche quando la relazione è soddisfacente e appagante e non ci sono in gioco meccanismi che potrebbero creare ansia e frustrazione nella persona coinvolta.

Ma quali sono le sensazioni che si provano?

Malinconia, tristezza, ansia, senso di vuoto.

Alcuni dicono di non voler essere toccati o di sentire il desiderio di restare da soli o di lasciare la stanza, altri ammettono di sentirsi insoddisfatti, annoiati, vuoti. Come se fossero, improvvisamente, privi di emozioni.

Tutte sensazioni che contrastano con quelle di chi, invece, vive l’esperienza del sesso positivamente, sentendosi dopo più rilassato, soddisfatto e vicino al/alla partner.

Le cause del fenomeno non sono ancora state studiate. Secondo lo psicoterapeuta e sessuologo Phillip Hodson, “la tristezza che alcuni uomini sentono in questi momenti può essere dovuta al contrasto tra l’euforia dell’eccitazione e del senso di onnipotenza e la sensazione provocata dagli ormoni messi in circolo, che lentamente svanisce dopo il coito”.

Un altro studio interessante è quello svolto dal Prof. Robert Schweitzer della School of Psychology and Counseling della QUT (Queensland University of Technology) e da un suo studente, Joel Maczkowiack. I due studiosi sono andati alla ricerca dei sintomi e delle conseguenze di questa sindrome presente nel mondo maschile, immerso in una sub-cultura che lo vuole sempre concentrato sulla valutazione positiva della performance.

Lo studio ha raccolto e analizzato i risultati di un sondaggio online anonimo che ha coinvolto 1.208 uomini provenienti da diversi paesi come Australia, Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Nuova Zelanda, Germania. Dai risultati è emerso che il 41% dei partecipanti ha sperimentato almeno un episodio di PCD nel corso della sua vita; di questi, il 20% ne ha riscontrato un altro in un lasso di tempo di almeno un mese e il 4% dichiara di viverli regolarmente.

I sentimenti descritti nel questionario variavano dal “Non voglio essere toccato e voglio essere lasciato solo” a “Mi sento insoddisfatto, infastidito e molto irrequieto”, “Tutto quello che voglio veramente è andarmene e distrarmi da tutto ciò a cui ho partecipato” e un generalizzato senso di vuoto.

I sintomi che si provano sarebbero comuni ai due sessi: senso di agitazione, desiderio di piangere, malinconia, aggressività, in taluni casi mal di testa.

Sugli “effetti collaterali” dell’orgasmo la ricerca ha ancora molto da fare.

Fatto sta che ora per la prima volta vengono meno le salde convinzioni per cui l’uomo, in ogni caso, trae sempre e solo piacere e benefici dal sesso, occasionale o con un/una partner fisso/a.

Secondo i ricercatori della Queensland University, per uomini e donne il post sex blues può nascondere una emotività eccessiva, la paura di perdere il controllo, un senso di colpa nei confronti del piacere provato o ancora – se il legame è molto forte – la paura del distacco.

Le prime tre fasi del ciclo di risposta sessuale umano, come eccitazione e orgasmo, sono state al centro della maggior parte della ricerca condotta fino ad oggi, tuttavia l’esperienza della fase di risoluzione rimane ancora un mistero.

Come si immaginerà, il periodo refrattario abbraccia corpo e mente. Problemi di autostima, ansia e stress possono incidere negativamente sulla performance sessuale, contribuendo ad aumentarlo. La riduzione dello stress potrebbe contribuire a diminuire la durata di questo periodo.

Anche la collaborazione del partner sessuale è fondamentale. Effettuare preliminari o petting potrebbe essere un valido aiuto per aumentare la libido e ridurre la fase di riposo.

Alcuni elementi importanti che contribuiscono a ridurre il periodo refrattario sono l’intesa con il partner, una sana alimentazione, una quantità di sonno adeguata (7-8 ore a notte) e il praticare attività sportiva, anche leggera. L’attività sportiva, infatti, potrebbe aiutare ad avere una buona prestanza sessuale incrementando la resistenza fisica.

È comunque stato stabilito che le coppie che si impegnano a parlare, baciarsi e coccolarsi dopo l’attività sessuale riportano una maggiore soddisfazione sessuale e relazionale, dimostrando che la fase di risoluzione è importante per il legame e l’intimità.

Rispettare questo momento di “chiusura” da parte del partner potrebbe costituire un primo passo importante, oltre ad un’aperta comunicazione effettuata magari in un secondo momento.

La comunicazione all’interno della coppia, unitamente al rispetto, alla comprensione delle esigenze e delle preferenze dell’altro, unite ad un tocco di legame fisico e di buona intimità, sono gli ingredienti fondamentali per un sano equilibrio all’interno della coppia.

Parliamone di più – quindi – e più spesso!

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Maczkowiack, J. & Schweitzer, R.D. (2019). Postcoital Dysphoria: Prevalence and Correlates

Among Males. Journal of Sex & Marital Therapy, 45:2, 128-140.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/08/31/sessualita-la-malinconia-post-orgasmo-che-colpisce-anche-gli-uomini/5413814/

https://www.huffingtonpost.it/2018/07/30/la-tristezza-dopo-il-sesso-ha-un-nome-e-ne-soffrono-anche-gli-uomini_a_23492193/

https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/sex-blues-la-tristezza-dopo-il-sesso

Per approfondire:

Quattrini, F. (2017). Il piacere maschile: #sessosenzatabù. Firenze: Giunti Editore.

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Elisa Ginanneschi
Cresciuta in un piccolo paesino, ma con grandi sogni per la testa. Le coordinate che da sempre danno direzione ai miei obiettivi sono quelle che chiamo le "Due P": Poesia e Psicologia. Mi sono laureata in Psicologia Clinica alla Sapienza di Roma con 110 e lode con una tesi dal titolo "L'accoglienza dei soggetti transgender nel contesto sanitario". Durante il corso di laurea magistrale ho svolto il Percorso d'Eccellenza occupandomi di plusdotazione, in particolare dell'influenza dello stile genitoriale sulle caratteristiche di sviluppo dei bambini plusdotati. Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio n°26177, ho coniugato alla psicologia la mia passione per la sessualità: sono infatti anche una consulente sessuale ed esperta in educazione sessuale. Attualmente sto continuando la mia formazione come Sessuologa clinica presso l’Istituto di Sessuologia clinica di Roma. Sostenitrice dei diritti LGBTQI+, appassionata lettrice dei segnali dell'animo umano. Ho pubblicato diverse raccolte di poesia, dal titolo: Arcano Verbo, Carne e spirito, Suppliche mondane, Dieci a mezzanotte, Liriche di luce, D'estro e d'arsura, Ebbra, Benedicat e Odi et amo. Contatti: elisaginanneschi11@gmail.com

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