Alla luce dei dati emersi negli ultimi anni, appare urgente e di fondamentale importanza che le aziende si facciano carico dell’onere e dell’onore di promuovere il benessere organizzativo e individuale dei propri dipendenti, concorrendo così all’instaurarsi di una rivoluzione culturale e sociale, oggi più che mai possibile grazie alla telepsicologia.

Uno studio condotto su più di 2700 dipendenti statunitensi (Mental Health Index, 2022) ha messo in luce che, in seguito al COVID-19, il 67% delle persone riporta livelli di stress più elevati, il 57% si sente più ansioso e il 53% sperimenta un esaurimento emotivo.

Ciò si aggiunge all’aumentato carico lavorativo legato allo smart working, al timore prolungato per la propria salute e quella dei propri cari, il distanziamento forzato, alla preoccupazione circa l’effetto dei vaccini.

Insomma, non sorprende che il rischio di burnout e di malessere psicologico sia in grande aumento.

Qualche dato in più: secondo l’ultimo report pubblicato (aprile 2022) dal Total Brain relativo all’indice di salute mentale dei dipendenti, un americano su quattro risulta positivo allo screening per il Disturbo da Stress Post-traumatico.

La depressione è in netto aumento: è salita all’87% a partire dall’autunno 2021 ed è del 63% più elevata rispetto alle rilevazioni pre-COVID-19. È stato evidenziato anche un netto aumento in termini di dipendenze, soprattutto tra gli uomini, aumento che raggiunge l’80% rispetto al periodo precedente alla pandemia (registrato tra ottobre e dicembre 2021). Sempre nell’arco dell’ultimo trimestre della depressione negli uomini è aumentata del 118% e l’ansia sociale del 162%.

Questo ha a sua volta un impatto significativo e diretto sulla salute fisica, sulla produttività, sull’assenteismo, e sul fenomeno della great resignation, ovvero delle dimissioni di massa, soprattutto tra i giovani.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che la depressione e l’ansia hanno un costo sull’economia globale di circa un miliardo di dollari in termini di ridotta produttività.

Favorire il benessere organizzativo ai propri dipendenti quando ne hanno bisogno appare di conseguenza fondamentale, e può aiutarli a sentirsi più felici e a condurre vite più sane e ricche di significato. Può persino salvare vite.

Di seguito ci sono alcuni esempi di come alcune aziende straniere si sono attrezzate per supportare il benessere dei propri dipendenti e prevenire i burnout, facendosi promotori di una rivoluzione culturale.

Attraverso l’erogazione di sessioni di counseling e di supporto psicologico

Starbucks ha dato a centinaia di migliaia di dipendenti accesso a 20 colloqui gratuiti con uno psicologo. Queste sessioni sono accessibili a tutti i loro dipendenti negli Stati Uniti che lavorano per più di 20 ore a settimana, e possono essere utilizzate anche dai membri della famiglia.

RedDoorz, una piattaforma di prenotazione di hotel low cost basata a Singapore fornisce colloqui psicologici online. Il programma si chiama “Hope Hotline”, ed è aperto sia allo staff della compagnia, sia agli impiegati che lavorano per gli alberghi partner.

CBS, Sephora, Netflix, Pinterest, Yelp, BuzzFeed, e Twilio danno la possibilità ai loro dipendenti di usufruire dell’app Ginger. Ginger riunisce educatori comportamentali, terapisti e psichiatri, che forniscono cure personalizzate attraverso il proprio smartphone.

Attraverso l’accesso ad app di meditazione e risorse di salute mentale online

Diverse compagnie hanno dato ai propri impiegati accesso ad app dedicate al benessere e altre risorse online deputate a ridurre lo stress e l’ansia.

Nel Regno Unito, ad esempio, il Sistema Sanitario Nazionale ha fatto una partnership con Headspace, un’app molto popolare dedicata alla pratica della meditazione e della mindfulness, offrendo un abbonamento gratuito a tutti i suoi dipendenti.

Analogamente, in Irlanda, la Banca di Irlanda ha incaricato un team di esperti del benessere così da creare un programma di 10 settimane che includesse seminari online, eventi live, e sessioni interattive per incrementare il benessere dei dipendenti.

Unilever ha lanciato un programma di 14 giorni dedicato al benessere mentale per i suoi 62,000 dipendenti. Il programma si è avvalso di strumenti creati ad hoc dal Resilience Research Center, e ha coperto un’ampia gamma di temi, come ad esempio la gestione di pensieri negativi.

C’è chi invece ha seguito la via del potenziamento del benessere mentale attraverso il corpo. Alla luce delle evidenze scientifiche relative all’efficacia dell’esercizio fisico nel diminuire ansia e depressione (Sharma et al., 2006), l’azienda di EY ha offerto sessioni di attività fisica quotidiana live online. I dipendenti hanno anche avuto la possibilità di partecipare a seminari inerenti ad altri aspetti del benessere globale, inclusa l’alimentazione e il sonno.

Incoraggiando i leader a parlare di salute mentale

La salute mentale è ancora oggetto di stigma in diversi ambienti professionali. I dipendenti si possono sentire a disagio nel parlare dei propri malesseri e difficoltà. Questo è uno dei motivi per I quali i CEO e i direttori delle aziende possono promuovere profondi cambiamenti parlando apertamente a loro volta di quelle che sono le difficoltà e della possibilità di usufruire di ausili deputati all’aumento del benessere della persona.

A titolo di esempio, nel corso di una video call aziendale, uno dei fondatori della Packard Culligan Water ha condiviso il percorso di cura intrapreso a tutela della propria salute mentale così da incoraggiare i propri dipendenti a fare lo stesso.

E in Italia?

Anche in Italia nonostante dal punto di vista di apertura a parlare del proprio benessere psicologico siamo ancora indietro rispetto a molti altri paesi si tratta di un mercato fortemente in crescita.

Dal punto di vista sociale le risorse sono scarse, le liste di attesa infinite e i supporti erogati dallo Stato significativamente esigui.

Sono diverse le piattaforme ad essersi attrezzate per l’erogazione di servizi di psicologia online, tuttavia, pochissime sono quella specificatamente indirizzate alle aziende.

Tconsulta si inserisce esattamente in questa nicchia di bisogno. È una start up che attraverso una piattaforma online offre un servizio di consulenza psicologica volto a favorire lo sviluppo di una cultura aziendale incentrata sul benessere dell’individuo.

Attraverso la possibilità di attivare formazioni aziendali, di offrire ai propri dipendenti un pacchetto iniziale di tre colloqui di consulenza psicologica, risorse di psicoeducazione online e training ed esercizi da svolgere in autonomia o con l’ausilio di un professionista (ad esempio mindfulness) contribuisce alla promozione di una cultura aziendale che superi il tabù legato alla salute mentale affinché ogni dipendente possa sentirsi libero di chiedere aiuto per affrontare le proprie difficoltà.

In ultima analisi, in un momento di fluidità e di sovrapposizione tra spazio privato e professionale, l’azienda può essere il primo ambiente di cura della persona, che consenta di trasformare le difficoltà in opportunità di resilienza, accogliendo e trasformando le fragilità e difficoltà che ognuno di noi, in quanto essere umano, si trova quotidianamente a sperimentare.

Per informazioni visita il sito di TConsulta:

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